Continuano le polemiche sulle modifiche all’obbligo di utilizzare il pos per i negozianti e i fornitori di servizi che il governo vuole inserire nella manovra. Ma al momento le sanzioni restano in vigore. Ecco come stanno le cose.

Il governo guidato da Giorgia Meloni vuole sospendere le sanzioni per i negozianti e i fornitori di servizi che non vogliono utilizzare il pos (acronimo per l’inglese punto di vendita) per i pagamenti sotto una certa soglia. In una prima versione della manovra, questa era stata fissata a 30 euro, poi è stata alzata a 60. Ma la presidente del Consiglio ha detto che per lei la soglia può anche abbassata. “Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle“, ha puntualizzato il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Ma ha poi precisato: “Se vuoi pagare il caffè col Pos lo paghi […] ognuno è libero di fare quello che vuole”. Sul tema, ci sono due fronti: i sostenitori della digitalizzazione dei pagamenti anche per contrastare l’evasione fiscale e alcuni esercenti, contrari perché le commissioni sulle piccole cifre sarebbero troppo elevate

La polemica della vicepresidente del Coni

La polemica si è riaccesa anche per l’intervento della vicepresidente del Coni. Silvia Salis ha pubblicato una storia Instagram in cui scrive: “Genova, taxi verso l’aeroporto: vedo il pos, quindi chiedo di pagare con il bancomat 32 euro. Mi dice che no, che ora lui non è più obbligato, ‘che è finita la pacchia delle banche’, che a lui servono contanti. Di fronte alle mie obiezioni ha iniziato a urlare con arroganza che ora, lui, può fare come vuole”.

Come stanno davvero le cose

In realtà, fino a che la norma non entrerà in vigore chi si rifiuta di accettare pagamenti con il pos è soggetto a sanzioni: 30 euroaumentati del 4% del valore della transazione. È necessaria però la denuncia dell’utente. Se la vicenda Salis fosse confermata e denunciata alla guardia di finanza o all’agenzia delle entrate, il taxista dovrebbe pagare 31,28 euro. Le sanzioni sono state introdotte dal governo Draghi, anche in ottemperanza a una delle pietre miliari inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma l’introduzione di un limite a questo obbligo non sarebbe per forza in contrasto con quanto scritto nel Pnrr (leggi qui per sapere come funziona).

Bankitalia: “Anche il contante ha dei costi”

“Anche il contante ha dei costi legati alla sicurezza, visto i furti a cui è soggetto. Delle nostre stime sul 2016 segnalano che per gli esercenti il costo per il contante è stato superiore a quello delle transazioni digitali con le carte di credito e di debito”. Lo ha detto Fabrizio Balassone, capo del Servizio struttura economica del Dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, nel corso della sua audizione di fronte alle Commissioni bilancio congiunte di Camera e Senato sulla manovra.

Fonte Agi

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