Tra i grandi Paesi dell’Eurozona, l’Italia è quello con i rincari più alti rispetto al 2021. Il dato emerge dalla stima flash di Eurostat relativa al mese di dicembre. Ecco i beni il cui prezzo è cresciuto di più nel 2022.

L’Italia è il grande Paese dell’Eurozona dove a dicembre i prezzi sono cresciuti di più rispetto a un anno fa. È quanto emerge dalla stima flash di Eurostat. Il tasso è stato del 12,7%: un dato più alto di quello comunicato dall’Istat, perché le stime armonizzate a livello europeo non escludono dal computo fluttuazioni stagionali o temporanee, come quelle dovute ai saldi.

Peggio del nostro Paese hanno fatto solo gli Stati che hanno adottato l’euro per ultimi: Lituania, Lettonia (dove i prezzi sono saliti di un quinto rispetto a 365 giorni fa), Estonia (prezzi su del 17,5%) e Slovacchia (rincari annuali del 15%). Il Paese dell’area euro – Croazia, entrata a gennaio, esclusameno colpito è stato la Spagna, dove i prezzi sono cresciuti solo del 5,6% anno su anno.

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I prodotti con i maggiori rincari

Tra i prodotti con i maggiori rincari nell’area euro spiccano quelli energetici. Il tasso annuo a dicembre è stato del 25,7%, in calo rispetto al 34,9% di novembre. Poi, cibo, alcol e tabacco lavorati, il cui è prezzo è cresciuto del 14,3%, rispetto al 13,6% di novembre. Sul terzo gradino del podio, il cibo non lavorato: i rincari di alimenti come frutta e verdura si sono fermati al 12% a fronte di un 13,8% registrato a novembre. Ai piedi del podio, i beni industriali non energetici. La categoria che comprende vestiti, scarpe e altri oggetti (clicca qui per una lista completa) ha sperimentato rincari del 6,4%, rispetto al 6,1% di novembre. Al quinto posto, i servizi (trasporti, turismo, sport, ad esempio) che costano al consumatore il 4,4% in più rispetto a un anno fa. A fronte del 4,2% di novembre. 

Il dato annuale e quello mensile

A dicembre, il tasso annuo di inflazione nell’area euro è atteso a quota 9,2%, in calo rispetto al 10,1% registrato a novembre. Mese su mese, c’è stato un primo timido calo dei prezzi: -0,3 per cento. È emerso quindi un primo segnale di rallentamento dell’inflazione, registrato anche dai dati dell’Istituto nazionale di statistica pubblicati il 5 gennaio.

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