Il rapporto Federproprietà-Censis sugli italiani e la casa spiega come sta cambiando il ruolo dell’abitazione. Sempre più italiani trascorrono la maggior parte del tempo in casa che, per una grande maggioranza, è un bene di proprietà.

Nel primo rapporto Federproprietà-Censis, “Gli italiani e la casa”, realizzato con il contributo scientifico della Società italiana di medicina ambientale (Sima) e in collaborazione con Cassa depositi e prestiti (Cdp), si indaga il cambiamento del ruolo e delle funzioni della casa per gli italiani nel periodo post-pandemia. Ecco cosa è emerso.

Sette italiani su dieci trascorrono il tempo libero in casa

La pandemia ha contribuito a rendere multifunzionali le abitazioni e molte attività continuano a essere svolte in casa. A quasi un italiano su due (47,1%) capita ancora di lavorare da remoto (il dato sale al 54,5% tra i giovani di 18-34 anni che lavorano).

Ma il 63,0% degli italiani non si si limita a restare in casa solo per svolgere le funzioni essenziali, per poi uscire: addirittura il 78,0% vi trascorre gran parte del tempo libero. In casa gli italiani fanno sport (il 43,7%, il 60,0% dei giovani), cucinano (l’89,3%, il 94,8% dei giovani) e coltivano parte delle loro relazioni sociali (l’84,5%, il 90,9% dei giovani). Al 17,7% degli italiani (il 23,6% tra gli anziani) capita di curarsi in casa o di ricevere assistenza a domicilio. Sul versante scolastico, il 96,3% degli studenti si dichiara attrezzato per seguire le lezioni in modalità dad.

Tre italiani su 10 hanno modificato gli spazi in casa

Per l’87,2% degli italiani gli spazi della propria abitazione sono adeguati e ben suddivisi, e la casa è confortevole. Il 29,5% ha apportato cambiamenti importanti alla propria abitazione a seguito alla pandemia per adeguare gli spazi alle nuove esigenze: lo hanno fatto di più le coppie con figli (36,4%), i 18-34enni (45,6%) e i residenti nelle zone centrali delle grandi città (37,0%).

Cresce l’attenzione per la salubrità degli ambienti e la sostenibilità della casa: l’88,9% ritiene salubre la propria abitazione, per l’86,0% ha un effetto positivo sulla propria salute fisica e mentale. L’84,4% è comunque pronto a renderla più sostenibile attraverso il controllo dei consumi energetici. Ma il 71,4% dichiara che la propria abitazione è già dotata di infissi che evitano la dispersione del calore. 

Italia, tra i Paesi con più case di proprietà

Secondo l’indagine realizzata dal Censis, per il 91,9% degli italiani la casa è un rifugio sicuro, soprattutto dopo l’esperienza del Covid. L’89,7% si sente tranquillizzato dal fatto di essere proprietario dell’abitazione in cui vive. Per l’83,1% la casa riflette anche la propria identità e la propria personalità. Mentre il 54,5% vorrebbe aiutare figli o nipoti ad acquistare la prima casa, perché l’immobile di proprietà resta la pietra angolare della sicurezza economica e esistenziale.

Il 70,8% delle famiglie italiane è proprietario della casa in cui vive (e il 28,0% di queste è proprietario di altri immobili), l’8,7% gode della casa in usufrutto o a titolo gratuito, il 20,5% vive in affitto. L’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di proprietari di abitazioni: la proprietà immobiliare è un fattore costitutivo della nostra società e non è una prerogativa solo dei benestanti: nel quinto delle famiglie più povere, il 55,1% è proprietario dell’abitazione in cui vive e la percentuale aumenta via via fino all’83,9% tra le persone più abbienti.  

La percentuale di famiglie proprietarie è più elevata tra le coppie con figli (73,9%) e tra i residenti nelle piccole città (il 76,1% nei comuni piccolissimi, fino a 2.000 abitanti, e il 74,3% in quelli con un’ampiezza demografica tra 2.000 e 10.000 abitanti).

I prezzi degli immobili in Italia

Il 51,7% dei proprietari di casa è convinto che il valore della propria abitazione non sia aumentato negli ultimi dieci anni. In effetti, tra il 2010 e il 2019 i prezzi degli immobili residenziali in Italia sono diminuiti del 16,6% (mentre nello stesso periodo nella media dei Paesi europei aumentavano del 19,4%), per poi registrare un rialzo del 4,6% tra il 2019 e il 2021 e un +5,2% nel secondo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Sono fortemente aumentati i costi legati alla casa (bollette, condominio, ecc.): per il 76,5% degli italiani tali costi pesano “molto” sul budget familiare e per il 71,7% le tasse che ruotano intorno alla proprietà immobiliare sono troppo alte.

L’housing sociale

Il 5,9% degli italiani vive in condizione di deprivazione abitativa. A questo dato si aggiunge il disagio degli studenti fuori sede, che possono contare su un numero di posti letto pari ad appena l’8% del totale degli studenti fuori sede italiani. Una soluzione innovativa è l’housing sociale, avviato dal piano nazionale di edilizia abitativa, è una tipologia di intervento immobiliare e urbanistico che consiste nel garantire una soluzione abitativa a individui e nuclei familiari del ceto medio il cui reddito non sia sufficiente per l’acquisto di un immobile, ma sia troppo elevato per accedere a soluzioni di edilizia popolare. L’obiettivo è di mobilitare fino a quattro miliardi di euro sui territori, anche con la partecipazione di investitori terzi, tramite i 29 fondi immobiliari locali che dovrebbero finanziare progetti per 20.000 alloggi e 8.500 posti letto in 110 comuni. Per il 2026, il 95% degli interventi dovrebbe essere completato.

Fonte Agi

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