Nel corso di un processo svolto davanti alla Prima Sezione del Tribunale di Napoli Nord, sono state emesse diverse condanne per una serie di reati, tra cui corruzione in atti giudiziari, induzione indebita a dare o promettere utilità, violenza privata, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, concussione, tentata corruzione e tentata concussione.

L’ex comandante della stazione di Villa Literno, Michele Membrino, è stato condannato a 8 anni di reclusione, mentre il suo braccio destro, l’appuntato Paolo Santoro, è stato condannato a 9 anni. Enrico Coppola e Luigi Gallo, i due titolari del caseificio ‘La Nuova Casearia’ di Villa Literno, sono stati condannati a 3 anni di reclusione. Mentre gli appuntati Franco Paglino, Alfonso Bertelli, Saverio Altobelli e Antonio Nicoletti sono stati assolti.

Secondo l’accusa, nel novembre del 2015, Membrino e Santoro avrebbero indotto i titolari del caseificio a promettere una somma di 5000 euro in cambio di un impegno a non effettuare ulteriori controlli presso i locali sequestrati. I due imprenditori, assistiti dall’avvocato Marco Schiavone, avrebbero accettato e versato l’importo al fine di ottenere un vantaggio indebito. Inoltre, Membrino e Santoro avrebbero costretto una persona a firmare un verbale con dichiarazioni non veritiere, con la complicità dell’appuntato Bertelli.

In altri episodi, Membrino e Santoro avrebbero costretto il loro collega Antonio Nicoletti a consegnare una scocca e successivamente l’intera vespa Piaggio 50 d’epoca per evitare sanzioni amministrative. Inoltre, Paolo Santoro da dicembre a giugno 2015, all’esito di un controllo presso l’attività di fabbro di R.T. assistito dall’avvocato Tammaro Diana operante in Villa Literno, ponendolo in una condizione di assoggettamento dato il sequestro dei locali dell’attività costringe il fabbro a seguito del dissequestro a consegnarli prodotti artigianali  (persiane del valore di 500 e 600 euro) omettendone il pagamento e poi al versamento di somme di denaro pari a 200 euro per evitare i controlli per un totale di  1500 euro.

Sempre l’appuntato Santoro si reca in un minimarket di proprietà di un cittadino magrebino inducendolo a versare 2000 euro per evitare i controlli, cifra non versata per il rifiuto e contestuale denuncia del titolare. Membrino, Nicoletti e Santoro a seguito di un controllo presso l’abitazione di una donna a Via Santa Maria a Cubito a Villa Literno ed il ritrovamento di 5 piante di marijuana sul balcone i militari asserirono di averne trovate 20 trasmettendo così falsamente gli atti in Procura.

L’attività investigativa condotta dalla Procura Normanna, guidata dal sostituto procuratore Paola Da Forno, ha permesso di svelare i meccanismi corruttivi all’interno della stazione dei carabinieri di Villa Literno.

Durante il processo, gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Antonio Gravante, Umberto Pappadia, Amedeo Di Pietro, Pasquale Cardillo Cupo e Giorgio Carta. (Caserta News)

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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa

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