Dal trionfo di Messi all’exploit del Marocco, passando per le controversie fuori dal campo. Ecco gli eventi più significativi che hanno caratterizzato l’ultima Coppa del mondo e che resteranno nella memoria collettiva.

L’Argentina è campione del mondo per la terza volta, dopo i successi del 1978 e del 1986. L’ultima volta, nell’Albiceleste, il leader assoluto era Diego Armando Maradona: dopo trentasei anni, Messi ne raccoglie l’eredità conquistando l’ultimo titolo che mancava alla sua splendida collezione. A 35 anni, il fuoriclasse del Psg riscrive la storia: il quinto Mondiale della sua carriera è quello buono, quello che lo fa entrare nella leggenda. L’argentino diventa anche il calciatore con più presenze nella storia dei Mondiali: 26.

Una finale bellissima

In finale, contro la Francia, Messi ha segnato due gol, e ancor meglio ha fatto il suo rivale nella partita ma compagno di squadra nel Pgs Kylian Mbappé, autore di una tripletta. L’esito del Mondiale è stato deciso soltanto ai rigori, con gli errori decisivi di Coman e Tchouaméni, al termine di una gara davvero strepitosa: il risultato era 2-2 dopo i tempi regolamentari (dopo una rimonta clamorosa dei francesi, in appena due minuti) e 3-3 dopo i supplementari. Messi e Mbappé, ovviamente, si sono presi la scena, con il francese che si laurea capocannoniere del torneo con otto reti segnate.

Il Mondiale dei gesti

Dalle condizioni di lavoro inique e pericolose nelle quali hanno lavorato gli addetti alla costruzione degli impianti, alle discriminazioni verso gli omosessuali. L’organizzazione di questo torneo assegnata al Qatar ha suscitato molte polemiche, che si sono amplificate via via nel corso dei preparativi. La FIFA ha voluto arginare le voci contrarie, ma non sono mancati gesti di protesta. La Nazionale tedesca, prima del calcio d’inizio del match contro il Giappone, si è tappata la bocca nella foto di rito in segno di protesta. I calciatori dell’Iran hanno deciso di non cantare l’inno nella prima gara, in polemica contro le repressioni del governo iraniano. Altro gesto politico dalla valenza fortissima.

Le lacrime di Ronaldo

La suggestione di una finale che mettesse di fronte Messi contro CR7, a chiudere un’era irripetibile, è sfumata quando il Portogallo è stato eliminato nei quarti dal Marocco. Ronaldo si è rifugiato immediatamente negli spogliatoi, ma nel tunnel le telecamere ne hanno messo in mostra la reazione: le lacrime del portoghese sono state un’immagine fortissima. Non è stato un Mondiale indimenticabile per Cristiano Ronaldo, che è partito con un gol contro il Ghana – diventando il primo calciatore a segnare in cinque Mondiali diversi – ma poi ha perso il posto da titolare.

La ‘favola’ Marocco

Per la prima volta nella storia dei Mondiali, un’africana si è classificata tra le prime quattro al mondo. Ci è riuscito il Marocco, protagonista di una grande cavalcata che l’ha vista eliminare Nazionali più attrezzate come Spagna e Portogallo. Nelle prime cinque partite del torneo, il Marocco ha mantenuto l’imbattibilità e ha subito una sola rete, oltretutto realizzata da un proprio calciatore nella sua stessa porta. La corsa si è arrestata solo in semifinale, contro la Francia. Una storia che ha unito tutto il mondo arabo, sentitosi rappresentato dai calciatori marocchini, che grazie al supporto dei tanti tifosi arrivati dal Maghreb e dal pubblico locale hanno avuto l’impressione di giocare in casa.

Com’è difficile calciare un rigore

Persino Leo Messi, nel corso del torneo, ha sbagliato dagli undici metri (contro la Polonia). Ma ci sono stati rigori sbagliati ben più pesanti: come quello di Kane, che ha fallito il penalty nel quarto di finale contro la Francia, condannando l’Inghilterra a un’eliminazione amarissima. Per non parlare della Spagna, che dopo lo 0-0 nei supplementari contro il Marocco, agli ottavi, è riuscita a sbagliare tutti i rigori calciati. Al contrario, gli undici metri hanno esaltato il talento di Livakovic, portiere della Croazia, che ha vinto la sfida del dischetto sia contro il Giappone (tre rigori parati, record nella storia del torneo) sia contro il quotatissimo Brasile, una delle candidate alla vittoria finale tradita dagli errori di Rodrygo e Marquinhos.

L’aria condizionata negli stadi (e altre innovazioni tech)

Il Mondiale in Qatar ha sconvolto la tradizionale collocazione del torneo in estate: troppo alte le temperature in Medio Oriente per poter scendere in campo durante i mesi estivi. Anche tra novembre e dicembre, però, il caldo poteva essere un ostacolo non indifferente, e allora ecco arrivare gli stadi con l’area condizionata, un impianto per raffreddare l’aria calda in circolo e mantenere una temperatura costante. La tecnologia ha impattato anche in campo: per esempio, con l’introduzione del fuorigioco semi-automatico, o con il pallone “connesso” Al-Rihla – che con i suoi sensori ha dissipato alcuni dubbi, come il pallone fuori/non fuori di Giappone-Spagna o la paternità del gol di Bruno Fernandes in Portogallo-Uruguay.

Il fallimento della Germania, ancora

Gary Lineker, ex attaccante inglese, amava ripetere: “Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince”. Una regola che sembra ormai essere tramontata: la Germania, per il secondo Mondiale di fila, è stata eliminata al primo turno. Un fallimento clamoroso, considerato che nel 2014 i tedeschi si erano laureati campioni del mondo: da allora, in sei partite del Mondiale, hanno vinto soltanto due partite. Fatale si è rivelato l’inaspettato ko contro il Giappone, nella prima sfida del torneo.

Gli interminabili minuti di recupero

“Abbiamo raccomandato ai nostri arbitri di essere molto precisi nel calcolare il tempo da aggiungere alla fine di ogni tempo per compensare il tempo perso”, ha detto nei primi giorni della competizione Pierluigi Collina, presidente della Commissione Arbitri della FIFA. Una precisazione dovuta, visto che abbiamo assistito a recuperi infiniti: in Inghilterra-Iran, addirittura, i minuti oltre i 45 minuti regolamentari di ciascun tempo sono stati, complessivamente, 27. Una specie di compromesso con il tempo effettivo?

Il Giappone ammazza-grandi

Non sono mancati i risultati sorprendenti nella prima fase del torneo, come il successo dell’Arabia Saudita contro l’Argentina. Ma nulla in confronto al Giappone, capace di battere nel girone sia Germania sia Spagna. I nipponici, alla fine, si sono classificati addirittura al primo posto di un gruppo così complicato, battendo 2-1 entrambe le superpotenze europee. Il Giappone è andato vicino a un clamoroso quarto di finale, ma ha dovuto arrendersi agli ottavi contro la Croazia, dopo i calci di rigore.

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