Duecentosettanta miliardi. Questo l’impatto dell’inflazione sui risparmi degli italiani stimato da Ipsos-Prometeia nel rapporto Wealth Insights 2022. Ecco lo scenario tracciato dall’indagine.

Più della manovra, poté l’inflazione. Si potrebbe citare Dante per analizzare l’impatto del caro vita sul risparmio degli italiani. A fare i conti è il rapporto Wealth Insights 2022 di Prometeia-Ipsos. Secondo quanto emerge dai dati, come riportati dal Corriere della Sera, l’impatto dei rincari sui conti in banca sarà di 270 miliardi alla fine del 2023. In sintesi, le famiglie con più di 25mila euro da parte vedranno la loro ricchezza accumulata mangiata di una cifra pari a quasi otto volte la legge di Bilancio.

La ricchezza depositata in banca (e investita) delle famiglie è molto importante in Italia: i dati del sindacato dei bancari – la Fabi – mostrano che a fine 2021 superava i 5mila miliardi di euro. Più del doppio del Prodotto interno lordo. Nell’autunno dello stesso anno, Prometeia aveva fatto alcune previsioni sull’aumento di ricchezza delle famiglie con più di 25mila euro messi da parte. Oggi le ha riviste al ribasso. Rispetto alle previsioni per il 2023, le famiglie con più di 25 mila euro da parte avranno il 2,8% di risparmi in meno. Più colpite sono quelle tra 25 e 50mila euro che accumuleranno il 6,6% in meno di quanto previsto.

Perché l’inflazione colpisce più i poveri

Questo avviene perché l’inflazione sta colpendo soprattutto beni energetici e alimentari, di cui nessuno può fare a meno. Mentre i prodotti comprati solo da chi è più ricco registrano in media minori rincari. A novembre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha registrato un incremento del 11,8% su base annua. La crescita è stata ai massimi da marzo 1984 ma è rimasta costante rispetto a ottobre. Nel 2023 potrebbe esserci una decelerazione della corsa dei prezzi.

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