I prezzi al consumo a novembre sono cresciuti dello 0,5% mese su mese. Ma l’aumento annuale è stato costante rispetto a quello registrato a ottobre. Ecco gli ultimi numeri dell’Istat sull’inflazione.

Crescita su base mensile ma aumento costante su base annuale. Questo l’andamento dell’inflazione nel mese di novembre secondo le stime provvisorie dell’Istituto nazionale di statistica.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra a novembre un incremento del 11,8% su base annua. La crescita è ai massimi da marzo 1984 ma è costante rispetto a ottobre. Rispetto a ottobre, l’inflazione per l’intero sistema economico è invece in aumento dello 0,5%.

“Se nei prossimi mesi continuasse la discesa in corso dei prezzi all’ingrosso del gas e di altre materie prime, il fuoco dell’Inflazione, che ha caratterizzato sin qui l’anno in corso, potrebbe iniziare a ritirarsi“, spiega l’Istat.

Il carrello della spesa a novembre è costato il 12,8% in più rispetto a un anno fa. Ad ottobre, l’aumento era stato del 12,6%. Mese su mese, l’aumento registrato dai beni alimentari, per la cura della casa e della persona è stato invece dell’un per cento.

Gli aumenti per le famiglie

Secondo l’Unione nazionale consumatori, una coppia con un figlio pagherà 944 euro in più anno su anno per prodotti alimentari e bevande analcoliche. L’aumento è invece di 1046 euro per le famiglie con 2 figli. Nel caso delle coppie con tre o più figli, invece, ci sarebbe un incremento di 1249 euro.

Inflazione in rallentamento nell’Eurozona

Nei Paesi dell’Eurozona, l’inflazione è in rallentamento. A novembre è scesa al 10% rispetto al 10,6% registrato ad ottobre. Lo segnala Eurostat in base alla prima stima flash. Si tratta della prima riduzione dopo mesi di crescita ininterrotta dovuta soprattutto all’aumento dei prezzi dell’energia. Va però ricordato che il modo di calcolare l’inflazione dell’Eurostat è leggermente diverso da quello utilizzato dall’Istat per l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività.

Come ridurre l’inflazione

Per ridurre l’inflazione e riportarla in linea con i propri obiettivi, le banche centrali possono aumentare i tassi di interesse. Cosa significa? Ipotizziamo che una coppia voglia comprare una casa e che prenda a prestito 100mila euro. Semplificando molto, se i tassi sono a zero, non pagheranno alcun interesse e dovranno ripagare solo la somma ricevuta. Se i tassi però arrivano all’1%, la coppia dovrà dare mille euro in più. E così via. Un aumento dei tassi di interesse irrigidisce quindi la richiesta di credito da parte di cittadini e imprese. E quindi fa calare la domanda: la nostra coppia ci penserà due volte prima di comprare la casa. Calando la domanda, si raffreddano anche gli aumenti dei prezzi. Effetto collaterale di questo è la minore crescita, o addirittura la recessione, dell’economia: semplificando di nuovo, se la coppia non comprerà la casa non darà lavoro agli operai che dovevano ristrutturarla. La Banca centrale europea ha alzato i tassi dello 0.75% lo scorso 28 ottobre e la presidente Christine Lagarde ha detto due giorni fa: “L’inflazione della zona euro non ha ancora raggiunto l’apice e il rischio è che cresca anche oltre a quanto previsto oggi”.

Fonte Agi

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *