In Italia ci sono 225mila persone in pensione da oltre 40 anni. O per vecchiaia, oppure perché parenti di chi prima di morire beneficiava di un assegno o di un’assicurazione dell’Inps. Due grafici interattivi per capire come è possibile questo fenomeno.

È come se da oltre 40 anni tutta la città di Venezia fosse in pensione. Sono 225mila gli italiani che beneficiano di un assegno ottenuto per la vecchiaia o perché parenti di pensionati o assicurati morti: più di 150.000 vivono con soldi dei contribuenti da prima del 1981. Lo mostrano i dati dell’Osservatorio sulle pensioni erogate dall’Inps.

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I nuovi pensionati sono quasi 400.000

Della pensione di vecchiaia beneficiano dal 2022 quasi 375mila persone. Come si vede dal grafico, sono in calo rispetto ai pensionati del 2020 e 2021 ma più di quelli del 2019. Ha certamente pesato Quota 100, la misura triennale introdotta dal governo Conte I e sostenuta da Lega e Movimento 5 Stelle che permetteva di andare in pensione con almeno 62 anni e un’anzianità contributiva non inferiore a 38.

Età di pensionamento in aumento ma sotto la soglia di legge

L’età media di pensionamento è in lenta ma costante salita: tra chi è andato a riposo nel 2022 era di 64,32 anni. L’ultimo anno in cui è scesa è stato il 2015, quando è passata da 63,12 a 62,59 anni. Va ricordato che l’età di pensionamento sarebbe 67 anni. Ma ci sono molte deroghe. Anche per quanto riguarda la pensione di reversibilità si nota un costante incremento dell’età cui si inizia a ricevere. Chi la prende dal 2022 ha iniziato a riceverla in media a 75,28 anni. Ha cominciato a 37 anni invece chi ne beneficia da prima del 1981.

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