Il governo italiano ha attuato una direttiva europea per evitare truffe e pratiche ingannevoli, misura particolarmente utili durante la stagione degli sconti. La direttiva avrebbe dovuto essere attuata entro il 28 novembre 2021 ma ci sono stati alcuni ritardi. Dalla stretta sull’italian sounding alle false recensioni, ecco cosa prevede il testo.

“Ma è un vero sconto?”. Un interrogativo valido durante la stagione dei ribassi e soprattutto utile per i saldi invernali in arrivo a gennaio 2023. Per aiutare a rispondere e per evitare truffe o tariffe poco trasparenti, il Consiglio dei ministri del primo dicembre ha attuato una direttiva europea che stabilisce diverse regole per comunicare la scontistica sugli acquisti. Per esempio: gli annunci di saldi dovranno indicare il prezzo praticato nei 30 giorni precedenti; sono esentati però i prodotti presenti sul mercato da meno di un mese e quelli agricoli e alimentari deperibili. Le restrizioni riguardano anche alcune pratiche di vendita, come la commercializzazione di prodotti definiti uguali a quelli venduti in Italia, ma che in realtà hanno caratteristiche differenti.

La norma contro l’Italian sounding

Infatti nella direttiva viene aggiunta una fattispecie di pratica commerciale scorretta a quella già prevista dalla normativa per le “pratiche ingannevoli“. Quella di promuovere un bene in uno Stato dell’Unione sostenendo che è identico a quello commercializzato in altri Paesi membri anche se è diverso per composizione o caratteristiche. Sembra proprio una norma contro l’Italian sounding: i prodotti che “suonano” italiani ma non lo sono. Tra le pratiche commerciali ingannevoli, vengono poi incluse anche la mancata chiara indicazione di annunci pubblicitari a pagamento per ottenere una classificazione migliore dei prodotti e l’utilizzo di recensioni del prodotto false o senza averne verificata l’autenticità.

Un mese per recedere dai contratti conclusi nelle vendite porta a porta

Non basta. Con le nuove norme, si avranno 30 giorni per recedere da contratti conclusi durante “visite non richieste presso l’abitazione del consumatore” e “escursioni organizzate per vendere prodotti“. Insomma, si parla delle vendite porta a porta. Aumentano infine le sanzioni irrogabili dall’Antitrust.

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