Il fallimento della Silicon Valley Bank ha fatto calare gli indici delle principali Borse europee e americane. Ecco quali sono state le ragioni che hanno portato alla chiusura della banca.

Venerdì 10 marzo è stata una brutta giornata per le Borse americane ed europee. A innescare la discesa dei mercati è stata la chiusura della Silicon Valley Bank, la 18esima negli Stati Uniti per capitalizzazione, ossia per valore di mercato del patrimonio netto della banca. È il più grande fallimento di un istituto di credito dal 2008. Ed è arrivato il giorno dopo la chiusura di Silvergate Bank, attiva nello sviluppo delle criptovalute.

Cosa faceva la Silicon Valley Bank

La Silicon Valley è piena di idee, ma per diventare realtà hanno bisogno di finanziamenti. Per questo la banca da 40 anni metteva in contatto chi aveva i soldi (investitori in venture capital, nel gergo finanziario) con chi aveva le idee. Se una start up su mille ce la faceva, i ricavi erano garantiti. E la banca aveva i fondi per fare altri investimenti.

Usa, chiusa la Silicon Valley Bank: cosa sta succedendo

Silicon Valley Bank: cosa c’entra l’aumento dei tassi

Dal marzo dello scorso anno, la Banca centrale americana ha iniziato ad alzare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione. Cosa significa? Ipotizziamo che una coppia voglia comprare una casa e che prenda a prestito 100mila euro. Semplificando, se i tassi sono all’1% dovranno pagare 1.000 euro. Se i tassi però salgono al 2%, la coppia dovrà dare duemila euro. E così via. Un aumento dei tassi di interesse irrigidisce quindi la richiesta di credito da parte di cittadini e imprese. E quindi fa calare la domanda: la coppia ci penserà due volte prima di comprare la casa. Calando la domanda, si raffreddano anche gli aumenti dei prezzi. 

Silicon Valley Bank: perché è fallita

Questa politica monetaria fa quindi crescere rapidamente il costo del debito. Questo vale a maggior ragione per aziende molto indebitate come quelle della Silicon Valley, che hanno bisogno di ingenti prestiti iniziali per lanciarsi. Per ripagare i debiti ci sono due modi: fare altro debito (ma il problema si rimanda e i tassi sono destinati a crescere ancora, almeno nel 2023) oppure far cassa prelevando liquidità.

Ma le banche possono non avere in cassa tutta la liquidità necessaria a soddisfare un flusso di persone che improvvisamente la richiede. Per trovarla, devono vendere qualcosa. Nel corso degli anni hanno prestato soldi agli Stati ottenendo in cambio un promessa di pagamento: un’obbligazione. Ma quelle che hanno in pancia perdono valore per due motivi: quando se ne vendono tante tutte insieme, il loro prezzo cala. E sono promesse di pagamento con tassi di interesse relativi agli anni passati e quindi bassi. Un’investitore oggi può facilmente trovare obbligazioni a tassi più alti.

Silicon Valley Bank: cosa può succedere in Italia

Questo problema potrebbe verificarsi anche in Italia, sebbene il sistema bancario sia molto più solido rispetto al 2008, l’anno della grande crisi economico-finanziaria. Inoltre, c’è un rischio di contagio tra gli istituti di credito americani e quindi di tutto il mondo. Per il momento, le conseguenze le hanno avute solo gli azionisti delle banche quotate in Borsa che venerdì hanno visto scendere il valore dei loro investimenti.

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