Sono ormai passati 23 anni dalla morte del noto cantautore Fabrizio De André, uno dei più influenti e famosi artisti italiani.

40 anni di attività e oltre 14 album, hanno inserito Faber definitivamente tra le stelle indimenticate del panorama artistico italiano. Le sue canzoni non erano semplici brani, ma vere e proprie poesie che raccontavano storie, storie di emarginati e persone ai limiti della società.

Ciò che in molti non ricordano è la storia del suo rapimento con la compagna Dori Ghezzi.

Faber si innamorò per la prima volta della Sardegna nel 1968 e anni dopo, più precisamente nel 1976, vi si trasferì assieme a Dori Ghezzi, sua compagna di vita. Acquistò dei terreni è vi si stabilì cominciando l’attività agricola.

Era il 27 agosto del 1979 quando dei banditi, dopo aver tenuto d’occhio i movimenti della coppia, irruppero nella casa e rapirono i due. Quella sera, in casa, non era presente nessun altro, persino la figlia Luvi di appena due anni si trovava assieme ai genitori di Dori.

I due vennero fatti salire sull’auto della coppia e portati da un complice che li fece camminare fra le montagne. Ecco un ricordo della Ghezzi: “Scendemmo definitivamente dalla macchina e iniziammo il tragitto a piedi per la campagna che alternava tratti scoscesi a tratti pianeggianti e poi ripidi, tra cespugli e rovi, con la testa incappucciata. Camminammo per circa due ore. Dopo una sosta di riposo, riprendemmo il trasferimento in percorsi ancora più accidentati, camminando per qualche ora ancora. Dopo di che, sfiniti, ci fermammo, trascorrendo la notte all’addiaccio. Il cammino riprese il giorno successivo, percorrendo un tragitto interamente in salita, fino all’imbrunire. Raggiunta la destinazione, per la prima volta ci tolsero le maschere e alla nostra vista si presenta la sagoma di un bandito incappucciato. Apprendemmo che si trattava di uno dei nostri custodi, che ci accompagnerà per tutta la prigionia e che Fabrizio battezzerà col nome “il rospo” per via della sua voce gracchiante

Rimasero 7 giorni fra le montagne, dormendo all’aperto per poi essere spostati, fino alla fine di dicembre in un altro nascondiglio. I due rimasero all’interno di una tenda costantemente sorvegliati.

Il rapimento doveva fruttare ai banditi 2 miliardi di lire richiesti al padre di De André che, però non poteva permettersi di pagare il riscatto.

Da lì cominciò una trattativa con Faber stesso che promise di pagare 550 milioni più altri 50 alla liberazione.

Il 20 dicembre venne liberata Dori Ghezzi e il giorno dopo De André. Li indagini dei carabinieri portarono, fortunatamente, all’arresto dei rapitori.

Il rapimento portò Faber a scrivere la sua famosa Hotel Supramonte.

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