Lo stipendio delle badanti aumenta di una cifra fino a 125 euro a partire da questo mese. L’incremento è frutto del mancato accordo tra le parti sull’adeguamento della retribuzione di colf, badanti e baby sitter.

L’inflazione colpisce ancora. Non è stato raggiunto un accordo sull’adeguamento dello stipendio di colf, badanti e baby sitter. Gli stipendi minimi degli assunti in regola, come previsto dal contratto collettivo nazionale, aumenteranno del 9,2%. Una percentuale pari all‘80% della variazione del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai al 30 novembre. Si tratta di un indice calcolato dall’Istat per stimare l’inflazione.

Anche le pensioni aumenteranno nel 2023 mentre non saliranno in automatico gli stipendi dei dipendenti privati, a meno che l’adeguamento non sia previsto dalle clausole del relativo Contratto collettivo nazionale.

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La protesta delle associazioni datoriali

“I sindacati […] non hanno voluto accettare la proposta avanzata dalle associazioni datoriali rappresentate dalla Fidaldo di scaglionare gli aumenti dovuti nel corso dell’anno“, ha scritto in una nota la Federazione nazionale dei datori di lavoro domestico.

Tradotto in cifre: come aveva preannunciato Fidaldo, per una badante si arriverà a dover pagare fino a 125 euro in più al mese. I rimborsi per vitto e alloggio aumenteranno invece dell’11,5%.

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Il baby sitter potrebbe costare circa 1.550 euro in più l’anno

Il Corriere della sera aveva chiesto ad Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, di calcolare gli incrementi. Nel caso di un baby sitter a tempo pieno di un bambino sotto i sei anni, lo stipendio arriverà a 1.345,04 euro al mese dai 1.234,11 euro attuali. Ma per il datore di lavoro il costo complessivo passerà da 1.538,82 euro a 1.677,30 euro: 138 euro in più al mese e circa 1.550 in più ogni anno.

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I datori di lavoro: “Record di irregolarità nel settore domestico”

“Nonostante l’emersione avviata nel 2020, il settore domestico è nettamente al comando della triste classifica dei settori per tasso di irregolarità (52,3%), contro una media nazionale del 12,0%“, denuncia Domina. Secondo le stime di questa Associazione nazionale delle famiglie dei datori di lavoro domestico, i dipendenti di questo settore sarebbero circa due milioni, di cui meno della metà in regola. Considerando anche i datori di lavoro, il settore comprende oltre quattro milioni di persone.

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