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Una “grattatina” in testa ha sempre il suo perché anche quando forfora o pidocchi non c’entrano affatto. Arriva spontanea, la grattatina, anche quando siamo un po’ confusi oppure quando dei dubbi ci assalgono. Come scrive Joe Navarro, psicologo esperto di comunicazione non verbale nel suo The Dictionary of Body Language, quando siamo sotto stress il nostro cervello ha bisogno del contatto fra le mani e il corpo: massaggiarci le tempie, sfregarci la fronte o grattarci la testa sono quindi gesti che servono a calmarci in presenza di stimoli limbici negativi, come paura o nervosismo.. mi difendo così. Ma grattarsi potrebbe anche rappresentare un efficace sistema di difesa: gli scienziati dell’Università di Portsmouth, nel Regno Unito, studiando il comportamento di 45 macachi rhesus (Macaca mulatta) hanno notato come gli animali si grattassero di più in momenti di stress, davanti a scimmie di gerarchia più alta o a estranei minacciosi. Inoltre i ricercatori hanno scoperto anche che le scimmie che si grattavano avevano meno probabilità di essere attaccate: secondo lo studio pubblicato su Scientific Reports, infatti, un aggressore può rinunciare ad attaccare un individuo evidentemente stressato, ritenendolo imprevedibile oppure innocuo. L’assalto potrebbe quindi rivelarsi troppo rischioso o, al contrario, non necessario.Questo articolo di Roberto Mammì è tratto da Focus D&R 68 (marzo 2021)..

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Redazione articolo a cura di Focus

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