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Dopo un anno e più di isolamento sociale causato dalla pandemia, abbiamo capito ancora di più quanto abbiamo bisogno degli amici. Quello che non conoscevamo era quanto ci possa far soffrire la loro assenza. La risposta ce l’ha fornita la neuroscienziata Livia Tomova, del Mit di Boston, con uno studio pubblicato su Nature Neuroscience: gli amici ci possono mancare esattamente come ci manca il pane quando siamo affamati.. Nell’esperimento, alcune persone trai 18 e i 40 anni sono state isolate per 10 ore, dopodiché sono state sottoposte a risonanza magnetica funzionale mentre venivano mostrate loro immagini di amici che ridevano in compagnia. Si è visto così che, insieme a una forte sensazione di solitudine, nel loro cervello si attivava un gruppo di neuroni della substantia nigra e dell’area tegmentale ventrale: lo stesso gruppo di cellule che si accende, dopo un identico periodo di tempo di digiuno, guardando foto di cibo.
come il pane. Ulteriori approfondimenti di questo studio stanno ora indagando se, e in quale misura, le relazioni virtuali, per esempio quelle intrattenute tramite le videochiamate, possano alleviare questa “fame”. Perché la socialità, come si è visto, è un bisogno primario, proprio come quello del pane..

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Redazione articolo a cura di Focus

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