Dopo la bufera scatenata dal ‘caso Pos’ inserito nella nuova legge di bilancio, la premier fa sapere che la misura sui pagamenti elettronici dovrebbe venir rivista. Intanto, in Commissione di bilancio alla Camera prosegue l’esame degli emendamenti in Manovra.

“Se non ci sono i margini” di trattativa con la Commissione europea per togliere l’obbligo di accettare il Pos sotto i 60 euro, “ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti”. Dopo la bufera politica scatenata dalla volontà del governo di inserire in Manovra l’eliminazione delle sanzioni previste per i commercianti che non accettano pagamenti con Pos sotto i 60 euro, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni fa marcia indietro.

Rispondendo alle domande dei cronisti al termine del concerto di Natale al Senato, la premier ha infatti annunciato, per la prima volta in via ufficiale, che la decisione potrebbe essere rivista, aggiungendo: “Sapete benissimo che quello è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione”. L’obbligo di garantire ai clienti la possibilità di pagare con il Pos fu introdotto dal governo Monti nel 2012, mentre l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha introdotto le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti con la carta nel rispetto delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Le critiche dell’Unione

L’Ue, pur non bocciando la Manovra in toto, si è espressa in maniera molto critica contro la misura proposta da Meloni. La Commissione europea alcuni giorni fa ha diffuso le sue considerazioni sulla prossima legge di bilancio del Governo. “Il documento programmatico di bilancio comprende misure che non sono coerenti con le passate raccomandazioni specifiche per Paese“, si legge. “Il 9 luglio 2019 il Consiglio, tra gli altri, ha raccomandato all’Italia di combattere l’evasione fiscale, in particolare sotto forma di omessa fatturazione, anche rafforzando l’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici, anche mediante l’abbassamento delle soglie legali per i pagamenti in contanti, nonchè di attuare pienamente riforme pensionistiche per ridurre la quota delle pensioni nella spesa pubblica”.

Nel dettaglio, “le misure incluse nel documento programmatico di bilancio che non sono in linea con queste raccomandazioni specifiche per paese riguardano in particolare: (i) una disposizione che aumenta il massimale per le operazioni in contanti dagli attuali 2.000 euro a 5.000 euro nel 2023; (ii) una misura equiparata al condono fiscale che consente la cancellazione di debiti tributari pregressi relativi al periodo 2000-2015 e non superiori a mille euro; (iii) la possibilità di rifiutare pagamenti elettronici inferiori a 60 euro senza sanzioni; e (iv) il rinnovo, con criteri di età più stringenti, nel 2023 dei piani di prepensionamento scaduti a fine 2022″.

L’esame della Commissione bilancio e le nuove modifiche alla Manovra

La Commissione bilancio della Camera alle 15 ha ripreso l’esame degli emendamenti segnalati alla Manovra, in attesa della presentazione del terzo pacchetto di modifiche del governo e dell’intervento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, confermato per le 21.30, nonostante la richiesta delle opposizioni di anticiparlo al pomeriggio per avere delucidazioni sul ‘caso Pos’, su cui il governo starebbe proseguendo la sua riflessione, come confermato anche dalla premier. Le possibilità in campo restano due: o la cancellazione totale della norma che introduce la soglia di 60 euro sotto la quale i commercianti possono rifiutare i pagamenti elettronici, o l’abbassamento del tetto a 30 euro.

Fonte Agi

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