I 27 capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell’Ue hanno dato il via libera alla candidatura della Bosnia Erzegovina ad entrare nell’Unione europea. Nessuna intesa,su una cifra precisa come tetto al prezzo del gas. La palla passa ai 27 ministri dell’Energia che si vedranno lunedì. Il ministro Fitto: “Ci sarà un accordo”.

BRUXELLES. La Bosnia Erzegovina diventa un Paese candidato all’ingresso nell’Unione europea. Lo ha deciso il Consiglio europeo, che riunisce i capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Unione compresa Giorgia Meloni. Per la presidente del Consiglio, era la prima volta a un vertice di questo tipo. Lo Stato balcanico si aggiunge così a Turchia (candidata dal 1999, ma il processo ora è congelato), Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Albania, Ucraina e Moldavia. A parte le ultime due, sono tutti Paesi che si trovano nei Balcani.

Rinvio sul tema energetico, Fitto: “Ci sarà un accordo”

Il Consiglio europeo ha invitato il Consiglio dei ministri dell’energia a concludere l’intesa già raggiunta sugli acquisti comuni e su un meccanismo di solidarietà. Due traguardi che restano però in sospeso in attesa di un accordo sul tetto massimo al prezzo del gas. “Il Consiglio europeo […] fa appello al Consiglio (dei ministri dell’Energia, ndr) per finalizzare il suo lavoro […] sulle proposte per [….] una regolamentazione del Consiglio che stabilisca un meccanismo di correzione al mercato per proteggere i cittadini e l’economia contro prezzi eccessivamente alti“, si legge nelle conclusioni del vertice. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prima di entrare al summit, aveva detto di aspettarsi “un passo avanti”. Secondo il ministro agli Affari europei Raffaele Fitto sarebbe arrivato: “Ritengo che […] si raggiungerà la definizione piena di un accordo molto importante e positivo“, ha detto a margine dell’evento. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si è detto “fiducioso” che si raggiungerà un accordo.

Il tema dei migranti

All’ordine del giorno del Consiglio, anche il tema dei confini meridionali dell’Unione europea. “La migrazione è un tema centrale per Italia”, aveva dichiarato la presidente del Consiglio. “Un tema complesso su cui gli Stati Membri hanno talvolta visioni differenti, ma sul quale è importante dare un segnale politico e un impegno chiaro da parte dell’Ue e, se necessario, anche ponendo il tema al centro di un vertice ad hoc“. Si tornerà a discuterne in un vertice straordinario a febbraio, ha annunciato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

La tassa globale minima

Nell’ambito dei bilaterali del Consiglio europeo, si è parlato anche della tassa globale minima. Si tratta di una delle due imposte approvate nel 2021 in sede Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Dopo l’accordo raggiunto dagli ambasciatori il 13 dicembre, troverà applicazione anche nell’Unione europea. A essere coinvolte sono le società che hanno fatturato annualmente almeno 750 milioni di euro in due degli ultimi quattro anni. La cifra si riferisce ai soldi incassati da una società, al lordo delle spese. Se pagano tasse più basse del 15% di questo fatturato, il Paese in cui hanno sede potrà tassarne i redditi fino ad arrivare in totale al 15%. Per dare un’idea, ad essere coinvolte sono aziende grandi poco meno del doppio del noto marchio Poltronesofà che nel 2019 ha incassato 460,1 milioni di euro. A opporsi all’accordo era soprattutto l’Ungheria. Palazzo Chigi ha fatto sapere che gli incontri della presidente del Consiglio Meloni con i premier di Repubblica Ceca e Polonia avrebbero di fatto sbloccato la situazione.

Meloni non risponde ai giornalisti, Macron e Scholz sì

Ma la premier non si è fermata a rispondere alle domande dei giornalisti alla fine del vertice. A differenza dei leader dei due più grandi Paesi europei: Olaf Scholz e Emmanuel Macron. E di quanto fatto, come sempre, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Accordo sul nono pacchetto di sanzioni alla Russia

Nel giorni in cui si è riunito il Consiglio europeo, gli ambasciatori dei 27 Stati membri hanno intanto raggiunto un accordo sul nono pacchetto di sanzioni contro la Russia. L’intesa era stata inizialmente bloccata dalla Polonia perché riteneva contenesse troppe deroghe. Secondo una fonte tedesca sentita da upday, le sanzioni colpirebbero persone e banche, oltre a porre ulteriori limiti alle esportazioni dalla Russia.

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