L’anarchico detenuto al 41 bis aveva iniziato lo sciopero della fame lo scorso ottobre per protestare contro il regime del carcere duro al quale è sottoposto. Martedì 18 aprile è arrivata la decisione della Consulta che in un parere aveva giudicato “incostituzionale” la scelta di vietare al giudice di considerare eventuali attenuanti di pena in determinati casi.

Alfredo Cospito interrompe lo sciopero della fame. L’anarchico, detenuto al 41 bis, è attualmente ricoverato presso l’ospedale San Paolo di Milano. La decisione è stata comunicata al Tribunale della Sorveglianza di Milano e, al momento, non è stata motivata. La ripresa dell’alimentazione sarà attentamente monitorata dai medici. Lo ha fatto sapere lo stesso Cospito con una dichiarazione su un modello prestampato apposito per le comunicazioni fra detenuti e magistrati. La breve frase recita: “Io sottoscritto Alfredo Cospito comunico di voler sospendere lo sciopero della fame”.

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La fine del digiuno era nell’aria da diverse settimane. A causa dell’astensione dal cibo, l’anarchico aveva cominciato a manifestare problemi di salute che l’avevano spaventato, come una fibrillazione cardiaca e un deficit neurologico a un piede per la mancanza di vitamine. Su consiglio del suo medico di fiducia, Cospito ha ripreso da giorni ad assumere gli integratori che aveva sospeso e a nutrirsi con brodo vegetale e bustine di formaggio, un’alimentazione blanda consigliata dai sanitari per non creare uno choc all’organismo privato per cosi’ tanto tempo del cibo solido.

Il regime di 41 bis era stato firmato per lui dall’ex ministra della Giustizia Marta Cartabia e poi confermato da Norberto Nordio che l’hanno considerato pericoloso anche dietro le sbarra per la possibilita’ che indirizzi azioni violente ‘fuori’.

Quando è iniziato lo sciopero della fame

Cospito ha iniziato lo sciopero della fame il 19 ottobre 2022 per protestare contro il regime del 41 bis, al quale è sottoposto, e lo spettro dell’ergastolo ostativo, il regime penitenziario che esclude delle attenuanti per chi è condannato al carcere a vita, comminato a seguito di un attentato in cui non sono stati registrati morti né feriti.

La decisione di Cospito arriva dopo che la Corte Costituzionale ha accolto la richiesta della difesa del fondatore della Fai (Federazione anarchica italiana, ndr) riguardante la valutazione delle attenuanti per i condannati all’ergastolo che nel suo caso potrebbe portare ad uno sconto di pena. Il parere della Consulta ha riaperto lo scontro politico tra favorevoli e contrari all’ergastolo ostativo, di cui Cospito è diventato un simbolo. La revoca del regime del 41 bis, presentata dall’avvocato di Cospito, è stata respinta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio a febbraio 2023.

La decisione della Consulta

La Consulta ha chiarito che è costituzionalmente illegittima la norma che vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla aggravante della recidiva nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo. La Corte costituzionale ha esaminato la questione sollevata dalla Corte d’assise d’appello di Torino nell’ambito del procedimento che vede imputato Alfredo Cospito per il reato di strage (articolo 285 cp) in relazione agli ordigni esplosi nel 2006 nei pressi della Scuola allievi carabinieri di Fossano. Dopo la decisione della Corte Costituzionale si apre la strada per uno sconto di pena.

Le reazioni alla decisione

Diverse le reazioni del mondo della politica di fronte al parere della Consulta e alla liceità dello strumento dell’ergastolo ostativo. Il più duro è stato il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. “Non so se le valutazioni della Corte costituzionale potranno avere riflessi sul caso Cospito. Capisco la necessità di dotti approfondimenti giuridici. Ma, una volta di più, la Corte costituzionale si rivela più un problema che una risorsa per il nostro Paese. Bisogna rispettare tutte le Istituzioni ma bisogna anche che le decisioni che assumono siano rispettabili”.

“La sentenza di ieri della Corte Costituzionale sulla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito detenuto in regime di 41 bis ha dato ragione a quanti come me in questi mesi hanno contestato la rigidità dell’ergastolo ostativo”. Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi. “Secondo la Consulta è illegittimo il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche nel processo a carico dell’anarchico. Una buona notizia – sottolinea – che apre alla possibilità che Cospito possa beneficiare delle garanzie e dei diritti garantiti a tutti gli imputati”.

Il regime carcerario del 41 bis “a cui è sottoposto il terrorista anarchico Alfredo Cospito non viene minimamente intaccato dalla decisione della Consulta. È totalmente infondata la strumentalizzazione portata avanti dalla sinistra che, ancora una volta, prova a creare inutilmente un caso politico sul nulla. A confermare la pericolosità sociale di Cospito sono state le sentenze della magistratura. La decisione della Consulta potrebbe eventualmente avere effetto sulla pena finale inflitta e non certo sulla sua detenzione”. Lo dichiara, in una nota, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. 

I poteri della Consulta

La Corte Costituzionale opera in base all’articolo 134 della costituzione e verifica la legittimità delle leggi e degli atti aventi forza di legge emanati dallo stato e dalle Regioni nei confronti di quanto previsto dalla Costituzione italiana. La Corte è stata chiamata a esprimersi sul caso perché la Corte d’Appello di Torino ha sollevato la questione di legittimità costituzionale quando il procedimento dell’attentato è tornato di sua competenza. I giudici dovevano infatti ri-determinare la pena nei confronti di Cospito dopo che la Cassazione aveva stabilito che dovesse essergli contestato il reato di “strage contro la sicurezza dello Stato“. La questione quindi passa di nuovo alla magistratura competente.

Fonte Agi

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