“Il 12 Aprile sarò sul palco di Zelig Viale Monza 140 Milano con un monologo devastante. Mi raccomando voglio tutti. Anche gli haters, vi divertirete”. Con questo tweet il comico Pietro Diomede annunciava ieri il suo prossimo approdo nello storico locale milanese. E’ notizia di oggi invece che l’umorista non salirà su quel palco per via di due tweet vergognosi. Diomede ha offeso la memoria di Carol Maltesi, la giovane mamma uccisa e fatta a pezzi dal suo ex fidanzato Davide Fontana.
I tweet choc su Carol Maltesi
“Che il cadavere di una porn0star fatto a pezzi venga riconosciuto dai tatuaggi e non dal diametro del buco del c*lo non gioca a favore della fama della vittima”, “La prima volta che ho sentito l’espressione ‘Gioco erotico finito male’ è stata al mio battesimo”, ha scritto su Twitter. “Ma cosa scrivi? Spero non ti facciano salire (sul palco di Zelig, ndr.)”, ha commentato un utente. “Secondo me, mi fanno salire”, ha ribattuto il comico.
Zelig si dissocia e lo esclude dallo show
Lo storico locale milanese ha preso subito le distanze cancellando la sua esibizione. “Abbiamo ricevuto segnalazioni in seguito al tweet di un artista che avrebbe dovuto esibirsi presso lo Zelig il 12 Aprile – si legge – Ci dissociamo completamente da quel tweet, che disapproviamo nella maniera più assoluta. Di conseguenza, l’artista è stato escluso dalla programmazione Zelig”.
Alessandro Gassmann: “Si vergogni e chieda scusa”
Tra quanti hanno segnalato l’accaduto anche Malena. “Mi auguro che Zelig il 12 non lo ospiti, questo non è umorismo da comico”, ha scritto tra le Instagram Stories taggando il locale. “Io penso che lei rappresenti a pieno, il gradino più basso e repellente della specie umana. Si vergogni e chieda scusa alla famiglia della vittima”, ha commentato Alessandro Gassmann.
Social in rivolta: “Tutto il profilo è da censura”
Tantissimi gli utenti che hanno sottolineato come l’account di Pietro Diomede sia pieno di “battute” altrettanto vergognose: “Ha usato la morte di una ragazza fatta a pezzi… ha usato la malattia di Bebe Vio poi paragonandola all’avvelenamento subito da Abramovich.. io non so cosa abbiate in mente… ma libertà di parola non vuol dire infangare e dire caz*ate”, “Il problema non è solo l’ultimo post ma proprio una lunga carriera di oscenità che avreste anche potuto verificare a prescindere dalle segnalazioni. È vergognoso!!!”, “La domanda non è perché, ma chi è?????”, “Se posso, il problema non era solo ‘quel tweet’. Mi chiedo anche come sia possibile che chi si occupa del casting abbia ritenuto questo soggetto degno di essere definito comico e avergli proposto una serata per esibirsi”, “Tutto il profilo è da censura e non chiamatelo artista che non lo è che poi si perde il significato delle parole, come la sua non è comicità e tantomeno satira”.