Scontro a distanza tra il ministro Urso e le associazioni di categoria che hanno annunciato uno sciopero di 48 ore a partire dalle 19 del 24 gennaio. Con le principali sigle è in corso un confronto con il governo sulla possibilità o meno di revocare lo stop. Ma i toni non si placano.
È ancora battaglia tra le associazioni di categoria dei benzinai, Faib, Fegica e Figisc/Anisa e il governo. Dopo le proteste dei gestori per le misure contenuto nel decreto di metà gennaio, che avevano gettato le sigle nell’occhio del ciclone poiché accusate di speculazione in relazione alla crescita dei prezzi e avevano obbligato i benzinai a nuove regole sulle esposizioni delle tariffe del carburante, non si fermano le polemiche. Ultimo capitolo: le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che hanno fatto ‘arrabbiare’ i gestori.
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Le parole di Urso: “Revocate lo sciopero”
“Anche oggi ho fatto un nuovo appello alle associazioni di categoria perché revochino questo sciopero che danneggia gli utenti e diverse di loro lo hanno fatto. Il tavolo andrà comunque avanti fino alla riforma del settore che i gestori sono i primi a chiedere”. Lo ha detto il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, intervistato durante ‘Il caffè della domenica’ su Radio24, interpellato rispetto alla possibilità che il governo possa pensare ad un nuovo sconto sulle accise dei carburanti. “Verrà realizzata una app del ministero con il prezzo medio – ha aggiunto – la trasparenza servirà anche e soprattutto ai benzinai per far emergere quello che anche loro denunciano, quelle zone d’ombra di possibili speculazioni sul prezzo”.
La replica delle associaizoni: “Sciopero confermato”
“Le dichiarazioni di questa mattina del ministro Urso sono l’ennesima dimostrazione della confusione in cui si muove il governo in questa vicenda. Il governo continua a chiedere trasparenza e noi l’abbiamo offerta in tutti i modi. Quello che non ci si può chiedere è di autorizzare nuovi adempimenti e nuove sanzioni a carico dei gestori. Questo No”. Lo affermano congiuntamente i presidenti di Faib, Fegica e Figisc/Anisa.
“Al ministro abbiamo avanzato proposte concrete – proseguono – le valorizzi senza scaricare la responsabilità delle sue esclusive scelte sulla pelle dei benzinai ed eviti di evocare compiacenti pseudo associazioni di carattere personalistiche che non hanno alcuna rappresentanza. Le organizzazioni di categoria hanno sempre sostenuto la necessità di un confronto aperto fino all’ultimo minuto utile prima dello sciopero che era e rimane confermato. Le dichiarazioni del ministro Urso rischiano seriamente di chiudere ogni residua possibilità di concludere positivamente la vertenza in atto. Intervenga Palazzo Chigi e dia un segnale sull’intera vertenza”.
I motivi di scontro tra benzinai e governo
Nei giorni scorsi l’esecutivo di Giorgia Meloni ha aperto a delle modifiche al decreto sulla trasparenza dei costi del carburante: prezzo medio regionale da esporre su un cartello da aggiornare con cadenza settimanale e non più mensile e multe per le violazioni ridotte dal massimo di 6mila euro fissato nel testo ad800 euro. Prevista anche la creazione di una App del Mimit dove poter consultare il prezzo medio e quello praticato dai distributori all’interno di un perimetro selezionato. Ma gli esercenti chiedono altro.
Le associazioni dei benzinai domandano che il prezzo medio venga comunicato via web – per togliere l’effetto mediatico del dito puntato contro la categoria – e non tramite un cartello da esporre nei distributori. Più in generale i rappresentanti dei gestori delle pompe di benzina chiedono un riordino complessivo del settore, che conta circa 22mila stazioni di servizio. In assenza di un difficile accordo in extremis, la scioperò scatterà alle 19 del 24 gennaio e terminerà alla stessa ora del 26, la chiusura riguarderà anche i distributori self service. Rimaranno aperte solo alcune stazioni di servizio, scelte su base provinciale, in modo da poter garantire i sevizi minimi.
Fonte Agi