Stanno facendo molto discutere le affermazioni di Chiara Ferragni sulla possibilità di praticare l’interruzione di gravidanza nelle Marche, Regione governata da Fratelli d’Italia. Sinistra italiana difende l’influencer.

Chiara Ferragni sul piede di guerra per difendere il diritto all’aborto. L’influencer in una storia su Instagram critica Fratelli d’Italia, ripubblicando un articolo secondo cui il partito guidato da Giorgia Meloni rende impossibile l’interruzione volontaria di gravidanza nelle Marche, Regione di cui esprime il governatore. “Fdi ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa – si legge nel post ripubblicato das Ferragni – Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”. E poi invita all’azione: “Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano“.

Il post che la influencer ha pubblicato riprende una notizia rilanciata dal quotidiano britannico Guardian, secondo cui le Marche hanno una quota del 71% di medici obiettori di coscienza e, nel 2020, la Regione si è opposta alla somministrazione della pillola Ru486 nei consultori, anche degli ospedali.

La replica di Fdi

Il partito di Giorgia Meloni, attraverso Isabella Rauti ed Eugenia Roccella, smentisce. “Se la stampa e le influencer vogliono occuparsi seriamente dell’aborto nella regione Marche, dovrebbero informarsi sulla base dei dati e consultare le relazioni annuali al parlamento sulla legge 194. Per esempio, leggendo l’ultima firmata dal ministro Speranza si evince che nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di Ivg è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie mentre la media italiana è del 62%”, replicano Rauti e Roccella.

“Per quanto riguarda gli obiettori, il numero di aborti a carico dei medici non obiettori è 0,8 aborti a settimana, non sembra quindi che l’obiezione di coscienza, diritto civile previsto dalla legge 194, sia un ostacolo. Per quanto riguarda il cosiddetto ‘aborto chimico’ (pillola RU486), invece – sottolineano Rauti e Roccella – va ricordato che le linee guida del ministero non sono vincolanti (infatti l’Emilia Romagna ne ha sempre avute di proprie, diverse da quelle nazionali); e soprattutto che quelle attuali, emanate dal ministro Speranza, non rispettano la stessa legge 194, quando prevedono che l’aborto possa essere effettuato nei consultori ovvero fuori dalle strutture ospedaliere“.

“Il governo a guida Fratelli d’Italia della Regione Marche non ha approvato atti che ostacolano le donne nella scelta di abortire“. Lo scrive su Facebook Daniela Santanchè, replicando al post di Chiara Ferragni. Del resto, aggiunge, “non potrebbe essere altrimenti: la 194 è legge dello Stato e le Regioni non possono intervenire per modificarla. I numeri di oggi sono uguali a quando la Regione era a guida Pd”. Quindi, conclude, “basta bugie!”.

I movimenti Pro-life

Le affermazioni dell’influencer cremonese hanno suscitato critiche da parte dei movimenti contro l’aborto. “È triste e grave che Chiara Ferragni usi i suoi canali social per diffondere fake news sulla possibilità di abortire nelle Marche col solo scopo di attaccare il diritto all’obiezione di coscienza dei medici che restano fedeli alla loro professione e vocazione, ovvero promuovere la vita e non sopprimerla”, afferma Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia”.

Apprezzamenti dal centrosinistra

“Grazie alle parole di Chiara Ferragni e grazie a tutte quelle donne che non si rassegnano a vedere calpestati i propri diritti di libertà ed esigono il rispetto della legge 194“, afferma il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. Mentre Laura Boldrini afferma in un tweet che “la destra vuole togliere alle donne il diritto di decidere”. “In Umbria e Marche – prosegue l’ex presidente della Camera – amministrate da Lega e FdI, l’aborto è di fatto impedito. Grazie a Chiara Ferragni per l’impegno a difesa della legge 194, battaglia che ci deve vedere tutte unite. Mai più aborto clandestino.

Fonte Adnkronos

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