Pietro Diomede, l’umorista cancellato dalla programmazione di Zelig per via di due tweet raccapriccianti su Carol Maltesi, non si scusa. Anzi, rilancia. “Che il cadavere di una porn0star fatto a pezzi venga riconosciuto dai tatuaggi e non dal diametro del buco del c*lo non gioca a favore della fama della vittima”, “La prima volta che ho sentito l’espressione ‘Gioco erotico finito male’ è stata al mio battesimo”, aveva scritto su Twitter a proposito della giovane mamma uccisa e fatta a pezzi dall’ex fidanzato Davide Fontana. “Se fosse morto fatto a pezzi un attore hard, mettiamo pure Rocco Siffredi, nessuno si sarebbe scomposto davanti a una battuta sul suo ca**o”, dice in un’intervista rilasciata a “Mowmag” dopo il polverone esploso sui social.
“Mi hanno cacciato da Zelig, non dagli Arcimboldi”
Zelig, il locale milanese dove avrebbe dovuto esibirsi il prossimo 12 aprile, lo ha estromesso dallo show. Per il comico, si tratta di “una pagliacciata”. “Mi ero proposto per una serata a microfono aperto prevista per il 12 aprile allo Zelig di Milano, il locale di viale Monza – racconta – Quando accettarono la mia partecipazione, chiesi: ‘Ma posso dire tutto?’ e mi risposero di sì. Aggiungendo di invitare gli amici e di portare gente. Ora, da come tutti ne stanno parlando, pare che mi abbiano cacciato dagli Arcimboldi”. “Erano due anni che non mi esibivo su un palco per via della pandemia – prosegue – Aspetterò ancora, non mi cambia niente. Spero che tutto il casino che è scoppiato possa dare visibilità a questa serata del 12 aprile allo Zelig. Intanto il mio nome è in trending topic su Twitter, cosa che non era riuscita nemmeno al programma quando è andato in onda dagli Arcimboldi con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada. Per dire”.
“Mi sono sentito trattato come una sorta di criminale”
Diomede svela come ha saputo dell’esclusione: “Giancarlo Bozzo mi aveva chiamato per comunicarmi la decisione presa. E ha avuto tutta la mia comprensione: c’era gente che gli scriveva minacciando di distruggergli il locale se fossi salito sul palco. Cos’altro doveva fare? Il modo in cui ha comunicato la notizia sui social, però, mi ha lasciato basito…Mi sono sentito trattato come una sorte di criminale, quando Davide Fontana, l’assassino di Carol – tengo a chiamarla Carol perché tutti quelli che danno notizia della sua morte usano il suo nome d’arte, Charlotte Angie – Davide Fontana me lo immagino ora in carcere a chiedersi: ‘Oh, ma come mai nessuno parla di me e stanno tutti dando dello stron*o a Pietro Diomede?’. Capisci che è surreale questa cosa?”.
Selvaggia Lucarelli: “Me lo ricordo bene questo poveretto”
Nelle scorse ore, quanti lo hanno attaccato hanno sottolineato come l’account Twitter dell’umorista sia pieno zeppo di “battute” raccapriccianti. Tra i bersagli della sua “satira” anche Bebe Vio, Lucia Borsellino, Fedez, Vladimir Luxuria e Selvaggia Lucarelli. “Ci sarebbe tanto da dire sulla questione – commenta la Lucarelli tra le Instagram Stories – tutti possono fare black humor? E se non sei capace di farlo, cosa rischi? Ecco, rischi di partorire una frase squallida che non fa ridere o pensare, che non crea dibattito (se non ‘ma questo è scemo?’), volgare, senza essere disturbante, fine a se stessa e che non sfida stereotipi o moralità ma solo l’intelligenza di chi la legge per sbaglio”. “Io me lo ricordo bene questo poveretto – aggiunge postando lo screenshot del tweet con cui Diomede la prese di mira in passato – MOLTO BENE. E lo aspettavo al varco. Così come mi ricordo i commenti di squallidi giornalisti che gli trovavano un alibi. I cerchi si chiudono sempre- E date retta a me. Il problema non è fare la battuta sul morto del giorno. Il problema è avventurarsi in un mestiere difficilissimo senza averne le capacità”.
Diomede: “Ho scritto di molto peggio, ho 4 profili bloccati”
“Le battute non si spiegano – sentenzia Pietro Diomede nell’intervista a “Nowmag” – Fanno ridere oppure no. E questo dev’essere. Ho visto che tutti stanno parlando di me da Selvaggia Lucarelli a Lorenzo Tosa, passando per Andrea Scanzi che mi ha definito: ‘la parte peggiore di Pio e Amedeo’. Di Scanzi penso che Pau dei Negrita, ai tempi, non gliene abbia date abbastanza. Di Selvaggia dico che l’amore non è bello se non è litigarello. Ha detto che ‘il cerchio si chiude sempre’? Mah, al massimo sento stringersi il cappio. Intorno all’informazione italiana se si ritrova ‘costretta’ a parlare così tanto di quanto sia stron*o Pietro Diomede. Ho scritto di molto ‘peggio’, se è per questo e tanto ho ancora da dire: ho già pronte una serie di battute per quando tornerò libero di postare su Facebook. Per adesso, ho quattro profili: tutti bloccati”.
“Tutto quello che si sta scatenando su Twitter è pura ipocrisia”
“Comunque credo che tutti i particolari morbosi e davvero rivoltanti con cui la stampa italiana sta riportando la notizia della morte di Carol, sia la parte peggiore – dichiara – Se proprio dobbiamo etichettare una ‘parte peggiore’. Credo anche che se fosse morto un attore hard, mettiamo caso – facendo le corna – Rocco Siffredi, allo stesso modo ovvero fatto a pezzi, nessuno avrebbe avuto nulla da eccepire se avessi scritto: ‘Ah, ma come? L’hanno riconosciuto dai tatuaggi e non dal ca**o?’. Tutto il resto, ovvero quello che si sta scatenando su Twitter in queste ore, è pura ipocrisia”.
“Non mi scuserò mai, sono un ca**aro che si diverte a fare battute”
“L’idea di scusarmi non mi è passata neanche per l’anticamera del cervello. Non lo farò mai – fa sapere – Trovo sbagliato che molti comici che consideravo amici oggi mi attacchino e prendano le distanze da me via social (…) Io nella vita sono un impiegato fantozziano, quello è il mio lavoro. Per il resto, sono solo un ca*zaro che si diverte a fare battute. Io posto quello che fa ridere a me: il mio metro di giudizio, prima di pubblicare una ca**ata che mi viene in mente, è: ‘Questa cosa è perseguibile penalmente?’, se la risposta è ‘no’, la posto. Il resto non mi interessa. Per me è lecito scherzare su qualunque cosa. Basta che faccia ridere. Avrei scherzato anche sul cancro. Mi piacciono le battute sulla morte”.
“Ho visto morire tutta la mia famiglia per cancro”
“La morte fa parte della vita di ognuno di noi – continua – non vedo perché debba necessariamente essere un argomento tabù. Poi, soprattutto, fa parte della mia vita. Ho visto morire tutta la mia famiglia, madre, padre e sorella nel giro di pochissimi anni. Per cancro. Sì, come la moglie di Giallini che ho citato in un post preso d’assalto dal Tribunale di Twitter. Io quella battuta la farei davvero sul palco dei David di Donatello. Perché a me fa ridere. E pensare che, prima che la mia famiglia andasse all’altro mondo, ero un musone, non scherzavo mai. Dopo, ho cominciato a fare battute. Credo sia stato il mio modo per esorcizzare quanto successo”.
“Mia sorella è morta quando i social non avevano questo peso”
“Non penso di avere il patentino sulle battute riguardo alla morte solo perché mi è morta la famiglia, non sono mica uno di Twitter! – conclude – L’unica cosa che mi infastidisce è che la morte dell’ultimo famigliare che mi era rimasto, mia sorella, risale al 2006, quando i social ancora non avevano il peso che hanno ora: pensi quanti like mi sono perso!”.