Nel novembre del 2020 Filippo Neviani, in arte Nek, è rimasto vittima di un brutto incidente. Il cantante era da solo in campagna quando, in un momento di distrazione, si è tagliato la mano con una sega circolare. Nek ne parla in un libro dal titolo “A mani nude” la cui prefazione è stata scritta da Gianni Morandi, anche lui vittima di un infortunio alla mano. “Cosa mi ha insegnato l’incidente? Che la prudenza non è mai troppa – ha spiegato l’artista a “a Deejay Chiama Italia” – La pazienza sulla quale sto ancora lavorando. Ho dovuto avere molta pazienza finché le cose migliorassero. Io non sto mai fermo con le mani in mano. Lì mi sono dovuto fermare, questo incidentaccio mi ha messo veramente a dura prova”.
“Mi sono distratto e la mano è finita sulla sega”
Il cantante ha ripercorso quegli attimi drammatici: “E’ successo durante il secondo lockdown. Quindi c’era lo stress di dover stare fermi. Prendo in mano quest’aggeggio, un flessibile munito di una sega circolare, particolarissima. Da notare che, il giorno prima, il venditore mi dice: ‘Filippo, stai attento perché so che si sono fatti male in tanti’. Dovevo semplicemente liberare un carro da trasporto dalla sua intelaiatura di legno per ricostruire il cassone. Una piccola distrazione e la mano va sulla sega che gira non potete immaginare a che velocità. Non me ne sono neanche accorto. Ho sentito come una scossa, come quando picchi il gomito contro lo spigolo del mobile. Mi guardo la mano, avvolta dal guanto: il taglio è netto, inequivocabile. Dico: ‘Cavolo, mi sono sfregiato’. Tolgo il guanto e con il guanto stava quasi per venire via il quarto dito. Medio e anulare sono quelli più devastati, l’anulare è reciso al 95%”.
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“L’intervento è durato 10 ore, con 72 ore di prognosi”
“Ero da solo – ha aggiunto – Ho avuto la mente lucida, ho pensato a cosa dovevo fare. Ho preso le chiavi della macchina, ho tenuto il braccio in scarico per evitare il dissanguamento precoce e sono al pronto soccorso di Sassuolo. Usciva tanto sangue. Sei pieno di adrenalina, non senti nemmeno il dolore, hai il cuore che batte a mille. La paura ti mette davanti a due comportamenti: o ti blocchi definitivamente oppure reagisci (…) Ogni tanto reinfilavo il dito in sede. Ti rendi conto di fare cose che a mente lucida ti sembrano impossibili (…) L’intervento è durato dieci ore, con 72 ore di prognosi. C’era il rischio necrosi, avevo perso tanto sangue. Riattaccare le dita non avrebbe garantito il successo dell’operazione. Ora le muovo, non le stendo completamente ma non mi serve. Sono tornato a fare quasi tutto. La chitarra è ancora una montagna da superare, ma io ce la metto sempre tutta”. “Ho dato via la macchina – ha confidato Nek – L’ho fatta lavare, ma poi l’ho data via. Il guanto l’ho tenuto, e anche la sega è lì. Non la toccherò più, la guarderò tutte le volte in cui vorrò fare qualcosa”.