A fine febbraio, Michelle Hunziker è volata alle Maldive con le figlie Sole e Celeste, la sua manager Graziella Lopedota e la sua storica truccatrice Laura Barenghi. Appena approdata sull’atollo di Ari, la conduttrice svizzera aveva raccontato su Instagram di provare un certo disagio a essere in vacanza mentre in Ucraina scoppiava la guerra.
“Sento un senso di impotenza”
“Sono dall’altra parte del mondo per cercare di staccare da tutto e riposare un po’ la mia testa dopo un periodo per me abbastanza intenso sotto diversi punti di vista – aveva scritto tra le Stories – Mi sono svegliata con gli incubi, sentivo piangere bambini, donne e uomini, provo disagio ad essere in vacanza, disagio a vivere la mia quotidianità. So perfettamente che non posso cambiare le cose e sento un senso d’impotenza. Penso a tutte le persone che in questo momento stanno fuggendo nelle infinite code per uscire dal paese”.
“Sono vicina con il cuore alle vittime”
“Sono andata su internet per cercare di capire quali fossero i reali motivi che hanno portato a tutta questa violenza – aveva aggiunto – Mi sono ritrovata a cercarli su internet. Non esistono motivazioni valide per far vivere a persone innocenti questo dolore incommensurabile. E’ assurdo. Spero con tutta me stessa che in queste ore possano trovare un accordo per far finire questa guerra. Sono vicina con il cuore alle vittime di una violenza terrificante, inutile e incomprensibile. Spero di svegliarmi domani mattina e leggere qualche buona notizia a riguardo”.
L’affondo di Selvaggia Lucarelli
Le parole di Michelle Hunziker non sono piaciute a Selvaggia Lucarelli. La giornalista ha criticato aspramente la conduttrice via social. “Vanno in vacanza alle Maldive – cosa che per giunta non ci disturberebbe – e si sentono in dovere di manifestare disagio per lo scollamento tra la loro vita e quella di chi sta sotto le bombe – ha scritto – Tranquilli, fatevi le vostre vacanze che Zelensky, se fate snorkeling tra i pesci pagliaccio, non si risente”. “Che poi io ho sempre preferito chi va avanti a fare la sua vita e il suo lavoro, piuttosto che chi si sente in dovere di partecipare pubblicamente a un dolore collettivo perché pensa che faccia bene alla sua reputazione”, ha aggiunto.