Siamo abituati a vederla comportarsi in modo rigoroso e vestita secondo i dettami del protocollo reale, e durante il funerale della regina Elisabetta si è distinta particolarmente per il contegno. Ma c’è stato un tempo in cui la principessa reale Anna era introdotta sui giornali britannici con l’appellativo “royal rebel”, la ribelle reale. Non era l’unico soprannome che si portava dietro: la figlia della regina Elisabetta era famosa in gioventù anche per le sue gambe, era chiamata “fabulous legs” perché sono lunghe – anche se non è altissima, 167 cm – snelle e modellate dall’equitazione, lo sport in cui eccelle da sempre. Proprio lo spirito un po’ anticonformista della principessa Anna, mescolato alla consapevolezza di avere due gambe da mostrare, ha fatto di lei la prima donna della royal family britannica a indossare una gonna molto più corta dei due centimetri sopra il ginocchio consentiti dal protocollo, e lo fece non a caso proprio nei favolosi anni 60 in cui Mary Quant aveva lanciato il capo più trasgressivo e longevo della storia della moda: la minigonna.
La prima volta in cui una minigonna è stata indossata da una principessa britannica è stato il 7 settembre 1968. Il mondo era una polveriera, con le rivolte studentesche ovunque, la rivoluzione sessuale, la musica che cambiava drasticamente e Anna, con i suoi 18 anni, che guardava tutto questo dalla finestra senza potervi partecipare perché era la figlia della regina della Gran Bretagna. Per cui, a modo suo, si inventava dei modi per far parte dell’evento lanciando messaggi con i suoi vestiti. L’occasione perfetta la colse appena si allontanò un po’ da casa, anche se non di molto. Ossia quando arrivò in Scozia, a Braemar, per assistere agli Highland Games come rappresentante della Corona insieme al principe Carlo, alla principessa Anna, e alla regina Margaret che aveva con sé il serissimo figlio David di sette anni avuto col marito Antony Armstrong-Jones. Il principe Carlo, in quanto erede al trono, indossava il tradizionale kilt. La principessa Margaret aveva un soprabito a motivi incrociati verdi e azzurri e un cappello a cloche nero, e suo figlio il classico cappottino loden verde oliva anni 60, dal quale spuntavano le gambine da bimbo infilate in calzoncini corti e calzettoni lunghi. Anna, invece, forse perché forte della presenza di zia Margaret che era la pecora nera di famiglia e anche la più sensibile alla moda e mai l’avrebbe ostacolata, sfoggiava a tradimento un tailleur di lana azzurra con bottoni dorati, guanti neri, décolleté a tacco basso e un cappello bianco. L’orlo della gonna del tailleur era almeno un palmo sopra le belle ginocchia da sportiva, le gambe nude con le calze così trasparenti da sembrare nude. Per colmo dell’ironia, suo fratello Carlo stava indossando una gonna più lunga della sua. Anna fu molto fotografata, molto commentata e molto lodata dai giornalisti di moda dell’epoca. Chi l’aspettava battendo il piedino, invece, era sua nonna, la Regina Madre Elizabeth, che le fece una bella lavata di capo al suo ritorno protestando che quella della minigonna era una moda orribile e che “le donne non dovrebbero mostrare le ginocchia perché sono brutte”. Cosa ne pensò invece di questo exploit la regina Elisabetta, non si è mai saputo. Ma qualunque sia stata la sua opinione, visto che dopo qualche settimana Anna indossava un miniabito verde anche in una foto ufficiale con la famiglia, è chiaro che aveva dovuto rassegnarsi. Considerato che nel 2014 Elisabetta ha rivolto un invito formale a Kate Middleton per chiedere di allungare di un paio di centimetri i suoi orli, forse non era poi molto in disaccordo con la regina madre…