Come ormai da tradizione, per il Partito Democratico l’anno nuovo inizia con la parola ‘congresso’. Era accaduto nel 2021, all’indomani delle parole del segretario Nicola Zingaretti su Giuseppe Conte “punto fortissimo di riferimento”. Si ripete oggi, grazie a Massimo D’Alema che lascia intravedere un ritorno di Articolo 1 alla casa madre, con tanto d’invettiva contro l’età renziana, definita una “malattia”.
Alcuni esponenti dem si ribellano, difendono il partito, la sua storia. Scende in campo con un tweet anche il segretario Enrico Letta per dire che non c’è “nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Solo passione e impegno”.
Niente da fare: l’assist offerto da D’Alema è troppo ghiotto e, dopo il post di Matteo Renzi che rivolge un pensiero “a chi è malato davvero e un abbraccio a chi sognava il partito dei riformisti e si ritrova il partito dei dalemiani”, è di nuovo – come un anno fa – il senatore dem Andrea Marcucci a invocare il congresso: “Torni il Pd della vocazione maggioritaria, con D’Alema ma anche con uguale apertura all’area liberale e riformista. Ora chiedo a Letta di non assecondare questa scelta in silenzio, facciamola decidere ai nostri sostenitori, con un congresso”.
Marcucci apprezza la reazione di Letta, “mi è molto piaciuta”, ciononostante si aspetta “dopo l’elezione del capo dello Stato, la convocazione di un congresso”. Un richiamo isolato, il suo: la corrente di Base Riformista di cui, almeno sulla carta, Andrea Marcucci fa parte non lo supporta nella richiesta.
Alessandro Alfieri, coordinatore dell’area che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti, sottolinea che il congresso si farà a scadenza naturale del mandato del segretario, nel 2023. “La richiesta di congresso è arrivata da un solo esponente del Partito Democratico: il congresso si terrà come previsto nel 2023, a scadenza del mandato. Bisognerebbe ripristinare la condizione base per la quale noi ci occupiamo dei problemi degli italiani e non di noi stessi”, spiega all’AGI il responsabile Sicurezza del Pd, Enrico Borghi.
Per Borghi, in questo momento le priorità di cui occuparsi sono “l’elezione del Presidente della Repubblica, la lotta alla pandemia, il lavoro per garantire equità sociale assieme alla crescita economica, il funzionamento della democrazia nel nostro Paese”.
Al di là delle contingenze del momento politico attraversato dal Paese, ci sono ragioni di merito per mettere un freno alla tentazione di andare alla conta: “Alla fine la vocazione maggioritaria è sempre stata questa: non scegliere se aprirsi a destra o a sinistra, ma provare con il contributo di tutti a mettere in campo una proposta politica che riuscisse a parlare alla maggioranza del Paese”, spiega il vice presidente dei senatori dem Franco Mirabelli.
“Personalmente sono convinto che il precorso che il Pd ha avviato e che Letta sta conducendo sia quello giusto, e se siamo tutti d’accordo allora non si capisce per quale motivo dovremmo fare un congresso”, aggiunge.
Sulla polemica riguardante D’Alema e il suo ritorno nel Pd, poi, Alfieri invita tutti a non “rimestare nei rancori del passato” perché “questo Pd con le Agorà e il campo largo punta solo al futuro”.
Una considerazione, quella del senatore di Varese, che centra il punto: con l’inizio del percorso delle Agorà, Enrico Letta ha allargato il campo del centro sinistra: “per farne parte basta partecipare alle Agorà”, ha spiegato il segretario qualche settimana fa a chi gli chiedeva se anche Calenda e Renzi potessero fare parte del campo largo.
E Articolo 1, così come M5s e diverse realtà politiche e sociali, ha già partecipato a molte iniziative con suoi esponenti di spicco, tra cui Pierluigi Bersani e Roberto Speranza.
Certo, il campo largo non è il Pd. Ma, come sottolinea anche il fondatore di Articolo 1, D’Alema non ha mai parlato di ritorno al Pd: “Non è stato deciso nessuno scioglimento di Articolo 1 nel Pd, spiega Scotto all’AGI: “D’Alema ha ribadito delle cose importanti ma già note“. Insomma, “è un dato acquisito la ricomposizione necessaria del campo progressista con Pd e M5s. Non c’è uno scioglimento di Articolo 1 nel Pd, e D’Alema non l’ha detto, serve invece la costruzione di un campo di forze necessario per vincere contro la destra”.