Il governo uscente ha esteso la validità del decreto contro il caro carburanti. Le misure rimarranno in vigore anche nei giorni immediatamente successivi alle elezioni del 25 settembre, ma secondo l’Unione nazionale consumatori non sono abbastanza.

Il governo dimissionario presieduto da Mario Draghi ha prorogato fino al 5 ottobre il decreto che impone il taglio delle accise sui prezzi dei carburanti di 30 centesimi al litro.

Il decreto di proroga è stato firmato nella mattina di mercoledì dai ministri dell’Economia e della Transizione ecologica Daniele Franco e Roberto Cingolani. Il taglio, la cui scadenza era fissata al 20 settembre, riguarda benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione

Unc: “Bene, ma troppo poco!”

“Bene, ma troppo poco! L’estensione dal 20 settembre al 5 ottobre del taglio delle accise, appena 15 giorni, è un topolino che viene mangiato dal gatto. Ci rendiamo conto che il Governo è in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, ma, essendo le elezioni il 25 settembre, per i primi di ottobre non avremo certo in carica un nuovo esecutivo, considerato il timing previsto dall’articolo 61 della Costituzione, quindi tanto valeva prorogare la misura almeno fino a fine ottobre“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.

“Quanto alla conferma del precedente taglio, bisognava almeno attendere la riunione dei Paesi Opec+, prevista per il 5 settembre, per capire se poteva bastare una riduzione delle accise di 25 cent. Da quando a luglio si è alzata la produzione di petrolio, il prezzo della benzina è sceso di oltre 31 cent al litro, con un ribasso del 15,1%, pari a 15 euro e 63 cent per un pieno da 50 litri, il gasolio è diminuito di oltre 22 cent al litro, con una riduzione dell’11,1%, pari a 11 euro e 26 cent a rifornimento. Insomma, se venisse ancora incrementata la produzione, 25 cent potrebbero anche bastare, altrimenti sarebbe una misura del tutto inadeguata” conclude Dona.

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