È entrato in vigore il decreto Aiuti bis che estende a una platea di oltre 3 milioni di lavoratori l’incentivo una tantum già ricevuto il mese scorso dai dipendenti. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il Dl 115/2022, meglio conosciuto come decreto Aiuti bis, è stato pubblicato il 10 agosto in Gazzetta Ufficiale. Tra le novità introdotte dal provvedimento, un pacchetto di interventi da 17 miliardi per famiglie e imprese, c’è il bonus di 200 euro ai lavoratori autonomi con redditi fino a 35mila euro. “La misura è finanziata a valere sulle risorse del Fondo istituito nello stato di previsione del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con una dotazione finanziaria implementata dal Decreto Aiuti bis a 600 milioni di euro per l’anno 2022, che costituisce limite complessivo di spesa”, ha fatto sapere il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
L’indennità una tantum è già stata elargita ai lavoratori dipendenti pubblici e privati grazie al precedente decreto Aiuti, il Dl 50/2022 approvato il 17 maggio scorso. Con questo nuovo intervento, sarà estesa a una platea di oltre 3 milioni di lavoratori. Il nuovo bonus però non sarà versato in automatico: bisognerà farne richiesta secondo modalità ben precise.
A chi spetta il bonus
I lavoratori che possono beneficiare del bonus di 200 euro elargito una tantum dallo Stato sono gli autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’INPS, così come quelli iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza (D.Lgs. 30 giugno 1994, n. 509 e al D.Lgs. 10 febbraio 1996, n. 103) che nel periodo d’imposta 2021 abbiano percepito un reddito lordo non superiore a 35mila euro.
Come specificato dal decreto, i nuovi destinatari devono essere già iscritti alle gestioni previdenziali alla data di entrata in vigore del Decreto Aiuti, con partita Iva e attività lavorativa avviata, e devono aver eseguito almeno un versamento, totale o parziale, per la contribuzione dovuta alla gestione di iscrizione per la quale è richiesta l’indennità, con competenza a decorrere dall’anno 2020. In più, il beneficio non è compatibile con le misure introdotte dagli articoli 31 e 32 del Decreto Aiuti, quindi non cumulabile con il bonus corrisposto a dipendenti e pensionati.
Secondo le stime del ministero, ne beneficeranno 973mila commercianti, 859mila artigiani, 477mila iscritti alle casse professionali, 430mila coltivatori diretti, mezzadri e coloni e 261mila professionisti esclusivi.
Come richiederlo
Per ricevere l’indennità prevista dal decreto Aiuti bis, i soggetti interessati dalla misura dovranno presentare domanda agli enti di previdenza a cui sono obbligatoriamente iscritti, nei termini, con le modalità e secondo lo schema predisposto dai singoli enti. Il bonus, secondo quanto precisato dal ministero del Lavoro, è corrisposto sulla base dei dati dichiarati da chi ne fa richiesta e disponibili all’ente erogatore al momento del pagamento. Questi verranno successivamente verificati, anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detenga informazioni utili.
Le polemiche sul bonus
Pensato per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie a fronte alla crisi energetica e del caro prezzi, il bonus non è stato accolto positivamente da tutti. In particolare, è stata criticata la decisione di riconoscerlo anche ai percettori di reddito di cittadinanza. A maggio scorso il segretario della Lega Matteo Salvini aveva commentato così, in un’intervista a Radio Capital, la scelta: “Noi abbiamo insistito per i bonus a famiglie e piccole imprese perché le bollette di luce e gas sono fuori controllo e abbiamo insistito per rinnovare lo sconto benzina. Chi è a casa e percepisce il reddito di cittadinanza per quanto mi riguarda, ha già avuto“.
Dello stesso avviso anche la deputata di Fratelli d’Italia Ylenia Lucaselli che tempo fa ha definito l’indennità per chi riceve il Rdc “una presa in giro, ancor più di fronte alle continue denunce a carico di indebiti percettori che dimostrano quanto siano ancora sostanziali le anomalie nello strumento”. E ancora: “In questo modo, si delegittima ulteriormente la cultura del lavoro ampliando la logica della sussidiocrazia. Piuttosto, servono interventi strutturali per le categorie realmente in difficoltà, tra cui autonomi, dipendenti, cassintegrati, pensionati. Quello attuale è il momento più sbagliato per misure spot, considerando che i rincari e l’inflazione non sono momentanei”.
Decisamente contrario rispetto al bonus da 200 euro anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “Non si possono sempre fare le cose a slogan. Io sono imprenditore, parlo con i numeri, con fatti concreti: sulle fasce di reddito basso vogliamo intervenire realmente o fare slogan? Dare 200 euro è una manovra populista“, ha detto. “Noi imprenditori abbiamo il problema di trovare le persone da assumere, non di licenziarle: i dati dimostrano che nonostante lo sblocco licenziamenti, nonostante tutte le crisi, noi abbiamo bisogno di assumere le persone. Poi vediamo un provvedimento, come l’ultimo, dove si da un’una tantum, anche a chi prende il reddito di cittadinanza, che secondo me non ha ragion d’essere, è un disincentivo a trovare il lavoro“.