I primi cyber attacchi erano poco più che vandalismo digitale. Il sito ufficiale del Cremlino bloccato, quello della Duma e poi quelli dei colossi energetici. Azioni d’impatto, come quella che ha manomesso i dati di navigazione di Graceful, lo yacht di Vladimir Putin. Negli ultimi giorni però il collettivo hacker Anonymous ha deciso di alzare il tiro. Ieri gli attivisti hanno dichiarato una guerra totale contro Putin che non avrebbe risparmiato nemmeno i suoi dati personali. Ora il passo in avanti: l’account Twitter @Doemela_X ha rilanciato un link pubblicato su Anonfiles.com, il portale in cui gli hacker della rete Anonymous diffondono i file sensibili trafugati durante le loro azioni. Da questo link è possibile scaricare circa 40 mila documenti attribuiti all’Istituto di Sicurezza Nucleare di Mosca.
Secondo le informazioni pubblicate sul sito dell’Istituto, questa struttura è stata fondata nel novembre del 1988 e si occupa di fare ricerche per migliorare e monitorare la sicurezza degli impianti nucleari in Russia. Non è chiaro cosa ci sia in questi documenti: al momento infatti nel file originale ci sono solo testi e tabelle scritti in russo. La paternità dell’azione è ricondotta al gruppo Battalion 65′, legato ad Anonymous. L’account che ha rilanciato l’attacco ha poco più di 5 mila follower ma è stato ripreso anche dal profilo Twitter @YourAnonNews da oltre 7 milioni di follower. Per prassi Anonymous non ha un profilo ufficial su Twitter ma gli attivisti che contribuiscono a queste azioni rilanciano tutto dai loro canali. @YourAnonNews raccoglie e ripubchtlica tutte queste segnalazioni.
L’attacco all’agenzia di stampa russa Tass
Nelle ultime ore Anonymous ha messo a segno anche un altro attacco. Questa volta il bersaglio è stato il sito dell’agenzia di stampa russa Tass. Il portale del sito è stato cancellato ed è apparso un messaggio con scritto: «Tra qualche anno vivremo come in Corea del Nord. Che cos’è per noi? Mettere Putin nei libri di testo? Questa non è la nostra guerra, fermiamola! Questo messaggio verrà eliminato e alcuni di noi verranno licenziati o addirittura incarcerati. Ma non ce la facciamo più…». Il messaggio era sigillato dal logo di Anonymous e firmato con questa formula: «Indifferent journalists of Russia». Dopo l’attacco, il sito è rimasto irraggiungibile per diverso tempo. Ora è stato ripristinato. (Open.Online)