Alberto Angela, 60 anni il prossimo 8 aprile, si racconta in un’intervista al settimanale “Oggi” e mostra una foto inedita della sua giovinezza. “Non mi sento sessantenne – svela – Se ci penso, questo numero mi sorprende. Io mi percepisco come se ne avessi 30-40. Per energia ed entusiasmo, mi vedo come un ragazzo”. Il divulgatore scientifico più sexy della tv tornerà su RaiUno, prossimamente, con la nuova stagione di “Ulisse – Il piacere della scoperta”.
“Anche i miei figli sono appassionati di scienza e ricerca”
Nell’intervista a “Oggi”, Alberto Angela parla del suo rapporto con il padre Piero, dei tre figli, Riccardo, Edoardo, Alessandro, nati dal suo matrimonio con Monica (“Sono molto soddisfatto di loro”) e della dinastia Angela in tv: “Io, fino a 27-28 anni, ho fatto il paleontologo e non avrei mai immaginato di lavorare televisione. I miei figli ora sono tra i 18 e i 23 e fanno quello che ho fatto io alla loro età: studiano, sono entusiasti dei loro impegni. Anche loro sono appassionati di scienza, di ricerca”.
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“La cultura è il miglior antidoto contro la tirannia”
Alberto Angela confessa anche lati segreti di sé, di fotografo e vignettista. E un sogno: andare sulla Luna. Senza dimenticare il nonno Carlo che ricorda con queste parole: “Penso che il suo esempio sia arrivato, come patrimonio di valori, a mio padre, a me e anche ai miei figli”. “La cultura – aggiunge – è il miglior antidoto contro la tirannia… specialmente in tempo di guerra, con la conoscenza si riesce a ragionare e a frenare le brutture della storia”.
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“Nel 2002 ho rischiato di essere ucciso”
Nel 2020, in un’intervista a “DiPiù”, Alberto Angela raccontò un’esperienza choc vissuta anni prima mentre si trovava in Niger con la sua troupe per un reportage per il suo programma: “Nel 2002 ho rischiato di essere ucciso. Sono stato sequestrato e picchiato da criminali nel Niger. Ho temuto davvero di non rivedere più mia moglie. Poi, per fortuna, mi hanno liberato. Oggi sono qui a raccontare quello che mi è successo e, nonostante la grande paura, non ho smesso di svolgere con grande passione il mio lavoro”.
“Mi hanno sequestrato, sono state ore terribili”
“Ero con i sei operatori della mia troupe tra il Niger e l’Algeria, nel deserto, per girare una puntata di ‘Ulisse – Il piacere della scoperta’ – confidò – Dal nulla è uscito un veicolo velocissimo, dal quale sono scesi tre individui con turbante e occhiali da sole, ma anche kalashnikov e pistole alla mano, intimandoci di fermarci. Ci hanno legato, picchiato per ore, interrogandoci e divertendosi a terrorizzarci. Prima ci hanno chiesto droga e alcol, poi ci hanno chiesto invece se fossimo delle spie. Abbiamo trascorso delle ore come dei condannati a morte, cercando di farci coraggio a vicenda. Sono state 15 ore terribili, da condannati a morte. Siamo stati tutti percossi, minacciati e poi derubati di tutto: attrezzature, soldi, fedi nuziali, orologi, cellulari, bagagli. Sempre sul filo di una tortura psicologica”.