Anche Ikea lascia la Russia. Il colosso svedese dell’arredamento, i cui colori sono gli stessi della bandiera ucraina, ha annunciato che, vista l’evoluzione del conflitto in Ucraina, sospenderà le sue attività nel Paese di Vladimir Putin ma anche in Bielorussia. “La devastante guerra in Ucraina è una tragedia umana e la nostra più profonda empatia e preoccupazione sono per i milioni di persone colpite. Le azioni immediate di Inter Ikea Group e Ingka Group sono state finalizzate a sostenere la sicurezza dei collaboratori Ikea e delle loro famiglie, cosa che continueremo a fare”, si legge nella nota. I russi hanno quindi dato l’assalto agli store Ikea per acquistare gli ultimi oggetti prima della chiusura definitiva.
Sono, o erano, 15 i punti vendita della catena in Russia, che occupavano complessivamente 15mila impiegati. Con questa mossa, Ikea ha sospeso tutte le esportazioni e le importazioni in e fuori della Russia e della Bielorussia ma sono anche state messe in pausa tutte le operazioni di produzione Ikea Industry in Russia (anche tutte le consegne da tutti i subfornitori a queste unità sono sospese). Ikea, che in tutto il mondo ha centinaia di punti vendita con milioni di clienti, ha spiegato che “e azioni dei gruppi sono a lungo termine, l’impegno è volto ad assicurare occupazione e stabilità del reddito per il futuro immediato e fornire sostegno a loro (i dipendenti, ndr) e alle loro famiglie nei due Paesi”.
Inevitabile la corsa all’acquisto per i russi, che nell’ultima settimana sono stati privati di numerosi servizi forniti da multinazionali occidentali. Nei negozi Ikea in poche ore si sono formati chilometri di code, sia dentro che fuori dai negozi, dove il crollo del rublo ha anche fatto lievitare i prezzi di molti beni. Carrelli pieni e scaffali vuoti negli store di tutta la Russia, dove la tenaglia delle sanzioni internazionali inizia a far sentire i suoi effetti. Ikea si unisce al lungo elenco di multinazionali che scappano dalla Russia di Vladimir Putin. Molte case automobilistiche occidentali hanno annunciato lo stop degli impianti in Russia ma anche le importazioni dei loro veicoli nel Paese, inclusa Porsche, Bmw e Mercedes.
Anche Netflix ha deciso di sospendere tutti i suoi progetti futuri e le acquisizioni in Russia, al pari di Spotify, che ha chiuso i suoi uffici a tempo indeterminato. Anche Apple ha deciso di abbandonare il mercato russo, non solo bloccando le vendite ma anche sospendendo l’erogazione dei servizi Apple Pay e Apple Maps. Nel mondo della moda, il colosso low cost H&M ha abbassato le saracinesche nel Paese, stessa decisione presa anche da Nike.
Articolo del Giornale.it