2021: un altro Primo Maggio, un’altra Festa dei Lavoratori senza manifestazioni, con le iniziative dei sindacati solo in streaming e il tradizionale concertone senza pubblico ma in onda in diretta su Rai Tre e Radio Due. Un altro Primo Maggio chiuso causa covid per il secondo anno consecutivo. È giusto, naturalmente, così com’è giusta la parola d’ordine di quest’anno, l’Italia si cura col lavoro!, per ricordare quanto la pandemia costi anche sui fronti del lavoro e dell’economia. Da dove arriva questa ricorrenza? In 82 Paesi del mondo la Festa del Lavoro (o dei lavoratori: International Workers’ Day), il 1° maggio, è una giornata di festa nazionale ufficiale. In alcuni Paesi, anche in Europa (per esempio Paesi Bassi e Danimarca) non è una festa nazionale, ma vi si tengono comunque diverse iniziative.. Negli Usa il 1° maggio è una festività dedicata alla primavera e alla “lealtà verso gli Stati Uniti” (Loyalty Day), un significato fortemente voluto nel 1958 dal presidente Eisenhower che, in piena Guerra Fredda, impose questa formula per evitare che la Festa del Lavoro diventasse per davvero “universale” unendo i lavoratori (evidentemente “socialisti e comunisti”) di ogni continente.. La cosa curiosa è che la Festa del Lavoro ha radici americane: è stata infatti istituita (1889-90) anche in ricordo dei sanguinosi scontri del 1886 a Chicago (Usa) tra la polizia e i manifestanti, che chiedevano maggiori diritti e, soprattutto, la riduzione della giornata lavorativa a 8 ore (a fronte persino di 16 lavorate al giorno): alcuni manifestanti arrestati, giudicati “anarchici”, furono poi condannati a morte. L’episodio (non il primo, negli Stati Uniti) è passato alla storia come la rivolta di Haymarket (vedi su focus.it) – dal nome della piazza dove si teneva il mercato delle macchine agricole, teatro degli scontri.. Negli Usa e in pochi altri Paesi si celebra invece un Labor Day (una festa del lavoro) il primo lunedì di settembre: questa occasione richiama le rivendicazioni dei lavoratori canadesi (negli anni attorno al 1870) per la tutela delle attività sindacali e la riduzione della giornata lavorativa a 9 ore.. Al netto della pandemia e dello tsunami economico provocato dalla covid, quante sono, oggi, le ore lavorate nel mondo? Dal XIX secolo a oggi molto è cambiato: la cultura, le leggi, il lavoro, i diritti, la consapevolezza… Ogni “progresso” e ogni passo in avanti sul fronte dei diritti dei lavoratori è costato caro, e la lezione generale della Storia è che “nulla è mai acquisito per sempre”. In un’economia che cambia velocemente regole e strumenti, ogni diritto delle fasce più deboli, i lavoratori, quelli precari, quelli che dipendono da uno stipendio a fine mese e quelli che un lavoro non ce l’hanno, va “presidiato” e difeso, se necessario.. Tra le bandiere delle prime rivendicazioni, a molti potrebbe sembrare che “la battaglia delle ore di lavoro” sia vinta definitivamente, salvo poi riflettere sulle infinite varianti del lavoro atipico o sulla pratica diffusa degli straordinari non retribuiti.. L’ultima edizione del rapporto sugli scenari di lavoro a cura dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’OECD Employment Outlook, propone una serie quadri del mondo del lavoro (alcuni sorprendenti, per chi si pensa nel XXI secolo), basato sugli ultimi dati disponibili forniti dai singoli Paesi.. Tra i vari quadri – tutti interattivi (si possono impostare filtri sui dati) e liberamente consultabili online a partire dalla pagina OECD Data – per onorare la bandiera storica del 1° maggio abbiamo scelto un confronto sulle ore annue lavorate, di cui proponiamo qui sotto una sintesi grafica sugli ultimi dati disponibili (2019) per l’area euro. Il dato “Italia” (1.72k, ossia 1.720 ore annue) è composto sulla base di una giornata lavorativa di 8 ore su cinque giorni alla settimana, con 20-21 giornate lavorative al mese e 11 mesi lavorati..



Redazione articolo a cura di Focus