Gli abitanti delle regioni ucraine annesse dalla Russia che rifiuteranno la cittadinanza russa potranno essere espulsi. Lo prevederebbe una legge firmata dal presidente Vladimir Putin. “Sono parte del nostro popolo”, ha detto.

I residenti delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia (Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson) che non accetteranno di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se rappresenteranno “una minaccia alla sicurezza nazionale” con attività che comprendono anche la “partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate”. È quanto prevede una legge firmata e promulgata oggi, venerdì 28 aprile, dal presidente russo Vladimir Putin dopo essere stata approvata dal Parlamento, come si legge su Reuters.

L’integrazione legale delle regioni annesse, Putin: “Sono nostre terre”

La piena integrazione legale delle quattro regioni deve diventare la priorità nel lavoro dei legislatori della Russia, secondo quanto affermato dal capo del Cremlino, in un discorso al Consiglio dei legislatori presso l’Assemblea federale, il parlamento della Federazione russa.

Queste sono le nostre terre storiche e le nostre persone. Molti di voi sono stati lì, in che modo differiscono da un’altra parte del nostro popolo? Loro ne fanno parte”, ha sottolineato Putin, “È fondamentale difendere il desiderio di queste persone di tornare a essere parte della Russia“. Per il presidente, sarebbe quindi assolutamente necessario creare le condizioni per la crescita dinamica di questi territori, per il rapido ripristino delle loro infrastrutture, in modo che le persone si sentano appartenenti a un unico spazio economico, educativo e culturale della Russia.

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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa

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