È ricoverato in gravissime condizioni un agente di polizia penitenziaria caduto dal secondo piano di un ospedale di Milano nel tentativo d’inseguire un detenuto evaso gettandosi dalla stessa finestra. È successo giovedì notte, intorno alle cinque e mezza, al San Paolo. Ne dà notizia l’Adnkronos, raccogliendo la testimonianza di Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria.

I fatti: il detenuto, un palestinese di 32 anni, si trovava in ospedale dalla serata di mercoledì, per alcune ferite riportate durante una lite dentro il carcere di San Vittore, dove era finito ad agosto in seguito all’arresto per una rapina in strada. Ma, alle cinque e mezza di notte, ha deciso di fuggire, gettandosi dalla finestra della sua stanza, al secondo piano. Un gesto improvviso, che l’agente di custodia non ha potuto impedire. Il poliziotto, un 28enne, si è quindi lanciato all’inseguimento, gettandosi dalla stessa finestra, ma è caduto battendo la testa.

Sulle prime si è rialzato, secondo quanto riferisce la questura di Milano, e si è recato da solo al pronto soccorso dello stesso ospedale San Paolo, dove però ha avuto un malore. È stato quindi preso in carico dai sanitari, che lo hanno portato al San Carlo con un trauma cranico e fratture alle vertebre cervicali.

L’agente è stato portato d’urgenza in un altro ospedale, dove si trova ricoverato in gravissime condizioni. Di Giacomo riferisce che, di recente, ci sono stati altri quattro tentativi di evadere dagli ospedali italiani da parte di detenuti ricoverati. “Si rischia la vita e l’emergenza carceri è ormai drammatica”, le parole di Di Giacomo.

Il detenuto evaso si chiama Nazim M., è un palestinese di 32 anni. Era finito a San Vittore ad agosto, arrestato dalla squadra mobile per una rapina ai danni di un giovane in centro a Milano. Il 32enne, insieme a un complice, aveva strappato dal polso della vittima un prezioso Rolex Daytona da 60mila euro. Poi i due erano fuggiti in monopattino. Pochi giorni dopo è stato rintracciato dagli agenti in zona Lambrate, con il Rolex al polso.

Il Capo Dap: “Un eroe”

“Sentimenti di profonda vicinanza e solidarietà” per il drammatico evento accaduto oggi a Milano, sono stati espressi dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, al fratello dell’agente di Polizia Penitenziaria feritosi gravemente nel tentativo di inseguire un detenuto che stava fuggendo dall’ospedale dove era piantonato. “Un eroe”, lo ha definito il responsabile del Dap nel corso di una telefonata.

“Un eroe perché non ha tentennato un solo istante, a scapito della propria stessa vita, nel disperato tentativo di assicurare alla Giustizia un detenuto che stava evadendo. Un gesto per il quale suo fratello – ha assicurato al telefono Russo – avrà il riconoscimento e gli onori che merita da parte dell’Amministrazione Penitenziaria. Un esempio altissimo di spirito di sacrificio che non è ovviamente richiesto ai poliziotti penitenziari nello svolgimento ordinario del loro lavoro, ma che dimostra ancora una volta la straordinaria dedizione degli appartenenti al Corpo che ogni giorno espletano un compito estremamente complesso, delicato e pericoloso per assicurare la sicurezza dei cittadini e affermare i principi di legalità e giustizia”.

Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa

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