Silvio Berlusconi è morto oggi, lunedì 12 giugno, a 86 anni. Lascia un’eredità plurimiliardaria. Ecco le quattro aziende che hanno marchiato l’impero economico del terzo uomo più ricco d’Italia.

Mediolanum, Mediaset (ora MediaforEurope), Mondadori e Monza. In ordine di capitalizzazione, sono questi i quattro capitoli più conosciuti dell’impero economico che lascia Silvio Berlusconi. A queste quattro M, ne andrebbe aggiunta una quinta: Miliardi. Il patrimonio dell’ex presidente del Consiglio e della sua famiglia è di 6,8 miliardi di dollari (6,3 in euro, a valori correnti), secondo le ultime stime di Forbes. Solo due italiani – Giovanni Ferrero e Giorgio Armani – precedono nella classifica l’ex leader di Forza Italia. Che si colloca al 352esimo posto tra i paperoni del mondo. Anzi: Mondo. Questa è la sesta M di Berlusconi, che ci teneva molto all’immagine di leader conosciuto e rispettato a livello globale, come mostra l’amicizia mai rinnegata con Vladimir Putin. Proprio la riproduzione della Terra culminava la torta del suo ultimo compleanno.

Banca Mediolanum, costruita attorno a Ennio Doris

Banca Mediolanum è la partecipazione più economicamente succulenta tra le società quotate in Borsa riconducibili a Berlusconi: ha una capitalizzazione in Borsa di 6,8 miliardi (ultimi dati di febbraio). Fininvest ne ha una quota del 30%, seconda solo al 41% in mano alla famiglia Doris. Fu proprio il fondatore Ennio a chiedere una mano al Cavaliere nel 1981: “Ho letto una sua intervista su Capital, quella in cui lei, rivolgendosi ai giovani imprenditori, ha dichiarato che se qualcuno avesse una buona idea tra le mani per una nuova impresa, potrebbe venire da lei a raccontargliela. Eccomi”. Il frutto di quel colloquio è Mediolanum, un marchio ben noto nella gestione del risparmio e nella consulenza in materia di investimenti. La sede? Manco a dirlo: a Milano 3, costruita da Berlusconi negli anni Ottanta.

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MediaForEurope: lo scettro di Berlusconi

Se Mediolanum è stato il gioiello della corona, Mediaset è stato lo scettro. L’ex premier scardinò il monopolio della Rai negli anni Ottanta grazie anche al sostegno dell’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi. “Era una televisione positiva. Era filoamericana. Era il Texas di Dallas. Era il grande, energico ottimismo americano, l’esatto opposto dell’austera mentalità italiana dell’epoca, con tutto il rispetto per i comunisti e i cattolici“, ha raccontato il presidente Fedele Confalonieri nel libro My Way scritto da Alan Friedman . Oggi MediaForEurope, così ribattezzata nel 2021, ha canali in Italia, Spagna e Germania.

Mondadori e la guerra con De Benedetti

Einaudi, Rizzoli, Piemme, Focus, Giallo Zafferano, Chi. Sono solo alcuni dei marchi di Mondadori, il gruppo editoriale comprato da Silvio Berlusconi dopo la “guerra di Segrate” contro Carlo De Benedetti. Il Cavaliere contro l’ingegnere: uno scontro anche per il controllo della carta stampata. Fuoco e fiamme di cui ora resta solo la cenere. Ceduto il controllo di Repubblica agli Elkann, De Benedetti oggi è editore di Domani. Berlusconi ha invece venduto la maggioranza de Il Giornale all’editore di Libero Antonio Angelucci.

Il Monza: il sogno raggiunto con Adriano Galliani

Il principale club tedesco è il Bayern München AG, dove AG sta per Aktiengesellschaft. Ovvero: società per azioni quotata in Borsa. Nel calcio italiano, AG sta invece per Adriano Galliani: il braccio destro di Silvio Berlusconi. Il geometra monzese ha contribuito a renderlo il presidente più vincente nella storia del pallone italiano. E, dopo la vendita del Milan, il Cavaliere ha acquistato proprio la squadra della città di Galliani. E l’ha portata per la prima volta in Serie A. Dove giocherà anche l’anno prossimo.

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