Secondo l’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, il dato sull’occupazione è cresciuto a livello nazionale, così come al Sud. Ma la retribuzione oraria resta al di sotto dei 9 euro per tre milioni di persone.

Sono circa tre milioni i lavoratori al di sotto dei 9 euro l’ora in Italia, pari al 17,2% del totale dei lavoratori dipendenti, esclusa la Pubblica amministrazione. Un milione di questi si trova nel Mezzogiorno (il 25,1% degli occupati dipendenti) e circa due milioni nelle Regioni del Centro-Nord (15,9% degli occupati dipendenti). È il dato sui salari emerso dalle anticipazioni Rapporto dell’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (Svimez) 2023.

Buone notizie, invece, sul fronte dell’occupazione. Tra il primo trimestre del 2021 (durante il quale si è raggiunto il picco negativo dell’occupazione) e il primo trimestre del 2023, questa è cresciuta a livello nazionale del +6,5% (+1,4 milioni di occupati) e del +7,7% nelle regioni del Mezzogiorno (+442 mila occupati).

Cresce anche il dato sui contratti a tempo indeterminato

Per la prima volta dopo molti anni è cresciuta anche la componente a tempo indeterminato, soprattutto al Sud (+310 mila unità; +9% rispetto al +5,5% del Centro-Nord). Si legge ancora nel rapporto: “Il Mezzogiorno ha fatto segnare nel periodo successivo allo shock del Covid una crescita occupazionale sostenuta, grazie alla quale è tornato su livelli di occupazione superiori a quelli osservati nel pre-pandemia (+22 mila occupati nella media del 2022 rispetto al 2019). Va tuttavia rilevato che i posti di lavoro, al Sud, rimangono ancora al di sotto di circa 300mila unità rispetto ai livelli raggiunti nel 2008″.

In 20 anni emigrati dal Sud al Nord 460mila laureati

Tra il 2001 e il 2021 circa 460mila laureati si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord, per una perdita netta di circa 300mila laureati nell’area. Nello stesso periodo, la quota di emigrati meridionali con elevate competenze (in possesso di laurea o titolo di studio superiore) si è più che triplicata, da circa il 9% a oltre il 34%. Svimez inoltre stima che circa 130mila di questi erano in possesso di una laurea Stem (ovvero nei campi delle scienze, tecnologia, ingegneria o matematica). Nel solo 2021 circa 9mila laureati che hanno lasciato il Mezzogiorno (su un totale di 27.mila) possedevano questo tipo di titolo: un terzo dell’investimento meridionale in competenze scientifiche e tecnologiche si è di conseguenza ‘disperso’ a favore dei sistemi produttivi diversi da quelli insediati al Sud.

Fonte Agi

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