Al Meeting di Rimini, i capi delle forze politiche si misurano sugli argomenti caldi degli ultimi giorni in vista delle elezioni, dalla gestione del caro energia ai diritti civili. Intanto, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni finisce nella bufera per aver condiviso sui social il video di uno stupro avvenuto a Piacenza. La nota influencer Chiara Ferragni entra nella campagna elettorale attaccando il partito dato favorito dai sondaggi sul tema dell’aborto. E le posizioni dei partiti sulla Russia, in relazione alla guerra in Ucraina, diventano nuovo terreno di scontro.

Bufera su Meloni per il video dello stupro a Piacenza

La leader di Fratelli d’Italia è stata molto criticata per aver condiviso sui suoi canali social il video di uno stupro avvenuto a Piacenza, poi rimosso da Twitter e Facebook. Meloni aveva postato il filmato – coi volti della vittima e dell’aggressore oscurati, ma l’audio originale – con la didascalia: “Non si può rimanere in silenzio davanti a questo atroce episodio di violenza ai danni di una donna ucraina compiuto di giorno da un richiedente asilo. Un abbraccio a questa donna. Farò tutto ciò che mi sarà possibile per ridare sicurezza alle nostre città“. Nelle ore successive sono stati diversi i politici che hanno condannato la diffusione delle immagini, insieme a centinaia di utenti sui social.

La procura di Piacenza, intanto, ha aperto un indagine proprio sulla diffusione del video, e ha fatto sapere che sono “in corso approfonditi accertamenti, trattandosi di un fatto astrattamente riconducibile ad ipotesi di reato”. Come spiega lAgi, il reato ipotizzato è diffusione senza consenso di materiale riproducente atti sessuali. E la donna che compare nel video avrebbe detto agli inquirenti di essere stata riconosciuta dalle immagini. Sul fatto ha aperto un’istruttoria anche il Garante della privacy. “Adesso è partita un’indagine ma temo solo a danno della sottoscritta, come se il video l’avessi girato io, l’avessi pubblicato io, come se fossi stata io la prima a mettere online questa cosa, come se fossi stata la fonte della notizia”, si è difesa Giorgia Meloni durante un comizio ad Ancona. “Io non sono stata la fonte della notizia, sono stata una che ha ripreso un video pubblicato da un quotidiano. Mi pare che l’obiettivo sia far partire qualche avviso di garanzia“.

Draghi: “L’Italia ce la farà con qualsiasi governo”

Al Meeting di Rimini, organizzato da Comunione e Liberazione dal 20 al 25 agosto, oltre ai leader delle diverse forze politiche è intervenuto anche il presidente del Consiglio dimissionario, Mario Draghi. In una sorta di congedo informale al termine dell’esperienza di governo, l’ex presidente della Bce ha fatto il punto sulle misure messe in campo, soprattutto in campo energetico. “La Russia non ha esitato a usare il gas come arma geopolitica contro l’Ucraina e suoi alleati europei. Si parla molto di sovranità, ma dipendere, come è accaduto in passato, per quasi metà delle proprie forniture di gas da un Paese che non ha mai smesso di inseguire il suo passato imperiale è l’esatto contrario della sovranità. Non deve accadere mai più”, ha detto il premier.

Letta fischiato a Rimini sull’obbligo scolastico

Sempre a Rimini, durante il confronto fra leader, il segretario del Partito democratico Enrico Letta è stato contestato dalla platea per la sua proposta sull’estensione dell’obbligo scolastico fino alla fine delle superiori. “Sono rimasto molto colpito dal fatto che platea non abbia apprezzato la proposta che io rilancio – ha detto successivamente il segretario del Pd, ospite di Non stop news, su Rtl 102.5. – L’Italia estenda l’obbligo scolastico, dia più copertura estendendolo alla scuola dell’infanzia e lo allunghi fino a maturità. Un po’ come capita in altri Paesi europei. E vanno pagati gli insegnati come nella media degli altri Paesi europei, non come oggi, dove le progressioni di carriera sono bassissime e finiscono in modo imbarazzante rispetto ai loro colleghi europei”.

No dell’Agcom al confronto televisivo tra Letta e Meloni

Nella giornata di giovedì, 25 agosto, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha bocciato l’ipotesi di un confronto tv a due tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta. L’idea di Porta a Porta era di organizzarlo per il 22 settembre. L’Agcom ha motivato la decisione sottolineando che la legge elettorale in vigore prevede un sistema misto (maggioritario e proporzionale), che consente ai partiti di presentarsi o meno in coalizione ma non prevede l’individuazione di un capo della coalizione, né postula necessariamente che l’esito delle elezioni venga determinato dal confronto tra due liste o tra due coalizioni. Il confronto a due, quindi, non avrebbe rispettato i principi di parità e imparzialità.

Caro gas: Calenda chiede lo stop alla campagna elettorale

La settimana è stata segnata anche da importanti fluttuazioni nel mercato energetico. Per tre giorni di fila – da mercoledì a venerdì – il prezzo del gas ha superato la soglia dei 300 euro per megawattora. Il tema ha fatto irruzione anche nella campagna elettorale, diventando uno dei principali argomenti del dibattito politico. Carlo Calenda, leader di Azione e guida insieme a Matteo Renzi del Terzo polo, ha fatto appello a tutti i partiti per una sospensione della campagna elettorale. “Le forze politiche sospendano la campagna elettorale e si dichiarino pronte a supportare il piano del governo, rigassificatore incluso, e un eventuale scostamento di bilancio”.

Piccata la replica del presidente M5s, Giuseppe Conte. “Carlo vedo che la campagna elettorale ti ha svegliato. Noi l’allarme per interventi massicci per famiglie e imprese, scostamento e tetto al prezzo del gas lo abbiamo lanciato sei mesi fa portando proposte a Draghi”, scrive l’ex premier in un post su Facebook. “Le risposte non sono arrivate. Sugli extraprofitti poi il governo si è perso per strada 9 miliardi necessari ad aiutare i cittadini sulle bollette. E ora a pagare sono le famiglie”, conclude.

Il rinnovato dibattito sulle sanzioni a Mosca

Anche il conflitto tra Russia e Ucraina pesa sulla campagna elettorale. I partiti italiani non hanno una posizione comune rispetto all’invio di armi all’esercito ucraino e sull’adozione delle sanzioni contro Mosca. Matteo Salvini ha affrontato il tema al Meeting di Rimini, assicurando che la posizione italiana, anche rispetto alla guerra in Ucraina, non cambierà con un eventuale esecutivo guidato dai conservatori. Tuttavia, il leader leghista ha ribadito i suoi dubbi sull’efficacia delle sanzioni contro Mosca, argomento sollevato anche prima delle misure imposte come ritorsione per l’invasione ucraina.

Di avviso diametralmente opposto il segretario del Pd, Enrico Letta. “Putin sta ricattando l’Italia e l’Europa e al ricatto non si risponde col cedimento“, ha detto l’ex premier a margine del suo intervento al Meeting. “Autunno e inverno saranno molto più complessi di quanto pensavamo, bisogna far salire il livello di interventi – ha spiegato Letta – Sulle sanzioni le scelte vanno prese insieme con i nostri alleati, la cosa peggiore da fare sarebbe dare segni di cedimento a Putin, cambiare linea significherebbe darla vinta a Putin”.

Chiara Ferragni difende il diritto all’aborto nelle Marche

Questa settimana la nota influencer si è scontrata con Fratelli d’Italia per aver riproposto nelle sue storie Instagram un post di The Vision, che scrive: “Fdi ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”. E Ferragni ha commentato: “Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano”.

La senatrice di Fdi, Isabella Rauti, ha accusato Ferragni di non informarsi sostenendo che la percentuale di strutture dove è possibile abortire è più alta nelle Marche rispetto alla media tradizionale. “Se la stampa e le influencer vogliono occuparsi seriamente dell’aborto nella Regione dovrebbero informarsi sulla base dei dati e consultare le relazioni annuali al Parlamento sulla legge 194. Per esempio, leggendo l’ultima firmata dal ministro Speranza si evince che nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di interruzione di gravidanza è di gran lunga superiore a quella nazionale: le igv possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie mentre la media italiana è del 62%”, ha detto la responsabile del dipartimento famiglia di Fdi . Altri politici e associazioni femministe hanno approfittato della presa di posizione dell’influencer per tornare sul tema.

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