L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato Vodafone S.p.A. per 400mila euro, Wind Tre S.p.A. per 300mila euro, Telecom S.p.A. per 200mila euro e Fastweb S.p.A. per 100mila euro.

Le istruttorie dell’Antitrust hanno consentito di accertare i comportamenti illegittimi di quattro operatori telefonici – Vodafone, Telecom, Wind Tre e Fastweb – nella gestione delle cessazioni delle utenze di telefonia fissa e mobile, anche nell’ipotesi di migrazione verso un altro operatore. In particolare, informa una nota dell’Autorità, sono emerse criticità nella gestione delle procedure interne delle cessazioni delle utenze, che hanno dato origine – a partire almeno da gennaio 2020 – a situazioni di fatturazioni post-recesso o, in caso di migrazione, di doppia fatturazione a carico dell’utente, a cui è stato richiesto illegittimamente di saldare le fatture sia del nuovo sia del precedente operatore.

Vodafone, Wind, Telecom e Fastweb dovranno rispondere entro 90 giorni

Secondo l’Autorità, la illegittima prosecuzione della fatturazione – dopo la richiesta di cessazione del servizio – è riconducibile ad anomalie e a disallineamenti tecnici tra i sistemi di gestione informatici del processo interno di ciascuna società, rispetto ai quali le società, anche se in misura diversa, non hanno adottato efficaci meccanismi di controllo e di intervento tempestivo. Le quattro compagnie telefoniche sono state diffidate dal continuare ad attuare la pratica scorretta ed entro 90 giorni dovranno comunicare all’Autorita’ le iniziative adottate a tal fine.

Unc: “Ottima notizia”

“Bene, ottima notizia. Speriamo serva a qualcosa. Il problema della doppia fatturazione e del recesso sono ad oggi problemi irrisolti. Non si capisce perché è facile attivare un contratto ma poi diventa un’impresa poterlo disdire. Andrebbe esteso ad ogni settore che per disdire un contratto deve poter essere usato lo stesso mezzo con cui si è attivato, ad esempio al telefono. Per la telefonia questo principio è previsto e disciplinato dall’articolo 1, comma 3 bis, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, ma purtroppo viene disatteso e i disguidi e le doppie fatturazioni imperano” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. “Non parliamo poi delle spese di recesso che andrebbero del tutto abolite come è stato fatto per i mutui” conclude Dona.

Fonte Agi

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *