Il figlio di Cristiano Lucarelli, ex calciatore di Serie A e oggi allenatore, e un altro ragazzo sono finiti ai domiciliari con l’accusa di aver violentato una studentessa statunitense nel marzo 2022.
Mattia Lucarelli, figlio dell’ex calciatore Cristiano Lucarelli, è stato arrestato insieme a un altro ragazzo con l’accusa di aver violentato una studentessa statunitense dopo una serata in discoteca. I due giovani, rispettivamente di 22 e 23 anni, sono stati messi agli arresti domiciliari dal gip Sara Cipolla. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile della Questura di Milano, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo. I fatti risalirebbero a marzo 2022.
Anche l’altro giovane, finito con agli arresti domiciliari come Lucarelli, è un calciatore. Si tratta di Federico Apolloni, che gioca come centrocampista in serie D per il Livorno. Nei confronti di lui e di Mattia Lucarelli, l’altro destinatario della misura cautelare, la gip ha ravvisato il pericolo di reiterazione del reato. I due erano a conoscenza dell’indagine a loro carico prima dell’estate scorsa, quando sulla base di un decreto di perquisizione i loro cellulari sono stati sequestrati dagli inquirenti milanesi.
Arrestato il figlio di Lucarelli: la vicenda
Stando all’inchiesta della Squadra mobile, al termine di una serata trascorsa nella discoteca Gattopardo, in zona corso Sempione, la vittima e alcune amiche avevano accettato un passaggio in auto da cinque giovani. Anziché essere riaccompagnata a casa, la ragazza sarebbe stata portata in un appartamento e costretta dal gruppo a subire atti sessuali.
Leggi anche: Dani Alves arrestato a Barcellona con l’accusa di violenza sessuale
La denuncia
Dopo qualche giorno dai presunti abusi subiti, la giovane ha denunciato i suoi aggressori ed è stata poi ascoltata dai pubblici ministeri della procura di Milano. Lo scorso 21 dicembre, nell’ambito di un incidente probatorio, la giovane ha raccontato in contraddittorio davanti al giudice la violenza subita. Per ricostruire le singole condotte di ognuno dei partecipanti del gruppo, gli investigatori hanno sentito testimoni e analizzato video e immagini contenuti sui cellulari della vittima e dei presunti responsabili.
Fonte Agi