Anche il Senato ha approvato la legge di Bilancio, la prima del governo guidato da Giorgia Meloni. Ventuno miliardi sono destinati agli aiuti contro il caro energia. Ecco tutti gli altri provvedimenti.

La Manovra è stata approvata dal parlamento italiano. Con una maggioranza di 109 voti, il Senato ha dato il via libera alla prima legge di Bilancio dell’era Meloni. Ecco i provvedimenti principali.

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I 21 miliardi su 35 dedicati al caro energia

Ventuno miliardi su trentacinque sono destinati al caro energia. Prorogate fino al 31 marzo le misure dei decreti Aiuti: il bonus sociale con lo sconto automatico per le utenze di gas e luce dei nuclei familiari con Isee fino a 15mila euro annui e l’azzeramento degli oneri di sistema in bolletta. Il rifinanziamento del credito d’imposta sulle bollette elettriche e sulle utenze gas per le imprese sale invece dal 30 al 35%. Per le energivore e gasivore, passa dal 40 al 45%. Si tratta di una riduzione delle tasse future che dovranno pagare le società che ne usufruiranno. Scende inoltre dal 22 al 5% l’aliquota Iva per le fatture dei consumi dei servizi di teleriscaldamento (misura valida solo fino a marzo) e dal 22 al 10% quella del pellet (provvedimento valido invece per tutto il 2023).

La scadenza a fine marzo di gran parte degli aiuti

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha ammesso che “probabilmente, tra due mesi” il governo sarà ancora “alle prese con qualche misura da fare” per mitigare il caro energia “se la situazione non si risolve, come temo non si risolverà“, ha specificato. L’esecutivo dovrà trovare i fondi per rifinanziare parte dei 21 miliardi di aiuti contro il caro energia contenuti nella Manovra. In due modi: aumentando le entrate (con nuove tasse o fondi trovati nelle pieghe del bilancio dello Stato) oppure riducendo la spesa pubblica che quest’anno potrebbe sfondare quota mille miliardi. O ancora, facendo nuovo debito. Quest’ultima mossa sarebbe però sorvegliata dagli investitori e costerebbe più che in passato, a causa dei tassi di interesse in rapida risalita.

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Aumentano gli stipendi più bassi

La Manovra del primo governo Meloni conferma e amplia il taglio del cuneo fiscale – la differenza tra il lordo e il netto in busta paga – deciso dall’esecutivo guidato da Mario Draghi. Confermato il taglio del 2% per chi guadagna fino a 35mila euro lordi. Un ulteriore punto percentuale di aumento è destinato ai redditi fino a 25mila euro lordi. Vengono inoltre tassati al 5% i premi di produttività fino a 3mila euro. La produttività stagnante è tra i fattori che più hanno contribuito alla mancata crescita dei salari in Italia rispetto ad altri Paesi europei.

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Aumentano le pensioni fino a duemila euro

Il governo presieduto da Giorgia Meloni aumenterà le pensioni per adeguarle all’inflazione che a novembre è cresciuta ancora dell’11,8% anno su anno. La rivalutazione sarà maggiore dell’indicizzazione all’inflazione per le pensioni più basse. Le pensioni minime arrivano a 600 euro per gli over 75. Per quelle sopra i duemila euro, ci sarà un aumento ma, considerando l’inflazione, sarà un taglio dell’assegno reale.

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Pensioni: quota 103

Chi avrà 62 anni di età e 41 anni di contributi potrà lasciare il lavoro in anticipo con un assegno che non sarà cumulabile con altri redditi da lavoro e avrà un limite di 2.600 euro lordi. La misura vale solo per quest’anno. L’assegno si alzerà diventando quello maturato al compimento del 67esimo anno di età. Il sottosegretario leghista al ministero dell’Economia Federico Freni ha già detto a Repubblica che mandare in pensione chi vuole senza limiti di età dopo 41 anni di contributi è un obiettivo di legislatura.

Pensioni: opzione donna

Viene rifinanziata “Opzione donna”, anticipo pensionistico riservato solo alle lavoratrici dipendenti. La misura introdotta nel 2004 dal secondo governo Berlusconi sarà però destinata solo a chi si prende cura di un genitore non autosufficiente e alle licenziate o dipendenti di aziende in crisi. E l’età? 60 anni, anticipabili a 59 per chi ha un figlio e a 58 per chi ne ha di più.

Il tetto al contante passa a 5.000 euro

La Manovra rialza il limite all’utilizzo del contante da 1.000 a 5.000 euro. È saltata invece, dopo una moral suasion della Commissione europea, la norma che voleva sospendere le sanzioni per i negozianti e i fornitori di servizi che non vogliono utilizzare il pos (acronimo per l’inglese punto di vendita) per i pagamenti sotto una certa soglia.

La riduzione del reddito di cittadinanza per gli occupabili

Viene ridotto a sette mesi per chi è ritenuto occupabile. L’Ufficio parlamentare di bilancio stima che da agosto potrebbe perderlo il 38,5% delle famiglie. Inoltre, l’erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo. Tradotto: non basta la terza media. La stretta ha causato la forte opposizione del Movimento 5 stelleAumentano infine gli incentivi per i datori di lavoro che assumono i beneficiari, a tempo indeterminato.

Il bonus cultura resta per un anno, poi cambia

I nati nel 2004 usufruiranno ancora dei 500 euro di Stato per consumi culturali: dal cinema e dai concerti a libri e musei. Dal 2024, il bonus cultura si sdoppierà: 500 euro per chi ha un Isee familiare fino a 35mila euro e gli altri 500 per chi prenderà cento alla maturità. I due incentivi saranno cumulabili. Prevista anche una stretta sui controlli per evitare truffe. Come scrive il Corriere della Sera, a gennaio verranno definiti i settori in cui il beneficio potrà essere utilizzato.

La “caccia” ai cinghiali in città

Gli animali selvatici potranno essere abbattuti in città per tutelare la salute pubblica e la sicurezza stradale. Si potranno anche mangiare, ma solo dopo le analisi igienico-sanitarie. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha però escluso che l’emendamento darà la possibilità di cacciare liberamente: “Nessuno potrà andare a caccia di cinghiali nelle città, si interviene con un piano concertato dai vari ministeri per l’abbattimento come ultima istanza”.

Aumentano i prezzi delle sigarette

La Manovra licenziata dal governo prevedeva un aumento di 20 centesimi per un pacchetto di sigarette da cinque euro. Con il passaggio parlamentare, il rincaro è diminuito: da gennaio un pacchetto costerà circa 10-12 centesimi in più. Come scrive il Quotidiano nazionale, i 48 milioni che finanziano l’emendamento sono stati trovati tassando il tabacco trinciato: per le confezioni più diffuse, il rincaro sarà di circa 40 centesimi.

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