La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che è tempo di introdurre un tetto al prezzo del gas russo che arriva in Europa. A chiederlo sono anche gli imprenditori e diverse forze politiche in Italia e all’estero, ma il Cremlino minaccia conseguenze serie. Intanto, dal G7 arriva il via libera all’introduzione di un price cap per il petrolio russo.

L’Europa sta valutando se adottare nuove misure per contrastare i rincari energetici e ridurre le entrate che arrivano a Mosca dall’esportazione di gas naturale, che vengono poi parzialmente reinvestite per finanziare la guerra in Ucraina. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto di credere “fermamente che sia arrivato il momento di fissare un tetto massimo al prezzo sul gas russo diretto in Europa”. Della misura si parla da tempo, ma negli ultimi giorni la pressione per introdurlo è aumentato. La reazione di Mosca alle dichiarazioni di von der Leyen non si è fatta attendere. “Il gas russo non ci sarà più in Europa se l’Ue deciderà di introdurre un price cap“, ha detto l’ex presidente russo Dimitri Medvedev, facendo seguito alle minacce arrivate per bocca di altre personalità russe.

La linea europea

Negli ultimi giorni di agosto, il prezzo del gas ha superato per la prima volta i 300 euro al megawattora sul mercato di riferimento del metano di Amsterdam. Intervenendo sul tema durante il forum di Cernobbio, l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha detto: “Questi prezzi del gas e dell’energia sono insostenibili. C’è il rischio, quasi la certezza, di non riuscire più a fare alcune produzioni, il che vorrebbe dire anche cassa integrazione per i lavoratori e povertà per le famiglie“. “Servono soluzioni soprattutto a livello europeo e immediatamente e, tra le varie ipotesi in campo, la ricetta migliore è proprio l’introduzione a un tetto europeo al prezzo del gas. Draghi la sta proponendo da mesi. Davanti a un problema come questo, che riguarda tutti, simile alla pandemia e alla crisi finanziaria, serve una soluzione congiunta”, ha concluso.

Il dibattito va effettivamente avanti da mesi. Draghi ha iniziato a parlare di un tetto del prezzo del gas russo la scorsa primavera sostenendo che “il potere di mercato che l’Unione Europea ha nei confronti di Mosca è un’arma da usare“. In un’intervista dello scorso aprile al Corriere della Sera, l’ex presidente del Consiglio aveva spiegato che allora l’Europa comprava più di metà del gas esportato dalla Russia e che, così facendo, continuava a “finanziare il Cremlino acquistando a un prezzo che non ha alcuna relazione con valori storici e costi di produzione”. “Imporre un tetto al prezzo del gas russo – aveva osservato – è un modo per rafforzare le sanzioni e al tempo stesso minimizzare i costi per noi che le imponiamo. Non vogliamo più dipendere dal gas russo, perché la dipendenza economica non deve diventare sudditanza politica. Per farlo, bisogna diversificare le fonti di energia e trovare nuovi fornitori. 

Da allora sono stati fatti dei passi avanti. Come scrive Europa Today, nei giorni scorsi la Commissione europea ha annunciato la presentazione di una proposta per introdurre un tetto al prezzo del gas, anche se non è chiaro cosa prevederà. In base alle parole pronunciate da von der Leyen, il limite dovrebbe riguardare solo il gas importato dalla Russia ed avere l’obiettivo di “contrastare i tentativi del presidente russo, Vladimir Putin, di manipolare il mercato dell’energia europeo”. Una conferma del fatto che si voglia procedere su questa linea è arrivata anche da Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici, che su Twitter ha lanciato un appello affinché si allarghi il sostegno europeo e globale al price cap “contro gli extra-profitti destinati alla guerra e per ridurre i prezzi dell’energia”.

Il dibattito sulla misura in Italia

Il sostegno all’introduzione di un tetto al prezzo del gas è cresciuto anche nel nostro Paese. Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha detto che il partito sosterrà “le misure del piano di risparmio energetico, ma accanto a questo si deve intervenire su tetto del prezzo del gas sia a livello europeo che nazionale“. Secondo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, questa misura è “la battaglia da portare avanti nelle prossime settimane, anzitutto a Bruxelles. Senza l’Europa non riusciremo a contenere l’impatto delle speculazioni internazionali su imprese e famiglie. Un tetto al prezzo del gas consentirebbe anche di ridurre i flussi finanziari verso Mosca, con cui si sta finanziando la guerra in Ucraina“. Anche Giorgia Meloni crede che questa strada sia “la misura più efficace che si può mettere in atto” sul fronte energetico, ma incolpa anche Bruxelles per la situazione attuale, sostenendo che “per troppo tempo in Europa ci si è occupati di temi non rilevanti”. Secondo la leader di Fratelli d’Italia, un’altra strada potrebbe essere quella di “slegare il prezzo dell’elettricità dal quello del gas”.

Il tetto al prezzo del petrolio e le altre ipotesi

Il tetto al prezzo del gas russo non è l’unica misura di cui si parla. Al termine di una riunione congiunta, i ministri delle Finanze dei Paesi del G7 hanno confermato “l’intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un divieto globale di servizi che consentano il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa a livello globale”. In una nota, si legge che “la fornitura di questi servizi sarebbe consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi sono acquistati a un prezzo o inferiore a un tetto di prezzo determinato dall’ampia coalizione di Paesi che aderiscono e attuano il limite di prezzo. Il price cap è specificamente progettato per ridurre le entrate russe e la capacità di Mosca di finanziare la sua guerra di aggressione, limitando al contempo l’impatto della guerra della Russia sui prezzi globali dell’energia, in particolare per i Paesi a basso e medio reddito, consentendo solo ai fornitori di servizi di continuare a fare affari relativi al petrolio marittimo russo e ai prodotti petroliferi venduti a o al di sotto del limite di prezzo”.

Sempre a livello europeo, si sta inoltre considerando di introdurre un tetto ai prezzi dell’energia elettrica prodotta da fonti diverse dal gas. Secondo quanto si apprende, la Commissione potrebbe mettere questa proposta sul tavolo del Consiglio straordinario Energia del 9 settembre insieme a un piano di riduzione dei consumi dell’energia elettrica.

Fonte Adnkronos

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