Il ministero della Salute ha fornito un aggiornamento sui casi di vaiolo delle scimmie in Italia, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda misure per prevenire il contagio tra le categorie particolarmente fragili.

Sono 426 i casi confermati di vaiolo delle scimmie in Italia, 19 in più rispetto all’ultima rilevazione, secondo il bollettino pubblicato dal ministero della Salute con dati aggiornati a ieri, 26 luglio. I casi collegati a viaggi all’estero sono 129 e l’età mediana dei pazienti è di 37 anni (per un range che va dai 20 ai 71 anni). Nella casistica tricolore risultano solo due donne (424 sono uomini).

La regione con il più alto numero di casi confermati è la Lombardia che ne segnala 197, seguita da Lazio (90), Emilia Romagna (49), Veneto (31), Toscana (12) e Piemonte (10). Sei Regioni non hanno ancora segnalato nessun caso di monkeypox. Le restanti, comprese le province autonome di Bolzano e di Trento, contano meno di 10 casi.

Oms: “Ridurre il rischio di contagio tra bimbi e donne”

“Sebbene il 98% dei casi” di vaiolo delle scimmie “finora riguardi uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, chiunque sia esposto” al virus può contrarlo, motivo per cui l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda ai Paesi di “agire per ridurre il rischio di trasmissione ad altri gruppi vulnerabili, inclusi bambini, donne in gravidanza e persone immunosoppresse”. È l’invito lanciato dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante il briefing periodico con la stampa. “Oltre alla trasmissione attraverso il contatto sessuale”, ha ricordato, “il vaiolo delle scimmie può diffondersi nelle famiglie attraverso uno stretto contatto tra le persone. Per esempio con gli abbracci e i baci, e tramite asciugamani o lenzuola contaminati“.

Europa e Asia centrale epicentro dell’epidemia

La regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità, che comprende 53 Paesi in Europa e Asia centrale, resta l’epicentro dell’epidemia di vaiolo della scimmie in corso, registrando “la stragrande maggioranza” delle infezioni segnalate. Lo fa sapere fa sapere il direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge, che aggiunge che qui “l‘epidemia si è estesa rapidamente, con 37 Paesi/aree interessati ad oggi” dalla circolazione del Monkeypox virus, con evidenze di trasmissione locale continua”.

Dal 13 maggio al 22 luglio sono quasi 12mila i casi probabili o confermati, di cui l’8% ha richiesto un ricovero in ospedale. Gli uomini che fanno sesso con gli uomini (Msm) rimangono i più colpiti, ma “i contagi in altri gruppi di popolazione, inclusi donne e bambini, alcuni dei quali potrebbero essere vulnerabili a forme più gravi, sono in aumento, benché ancora minimi“, sottolinea Kluge, dopo che l’agenzia Onu per la salute ha dichiarato il vaiolo delle scimmie emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale (Pheic).

Kluge ricorda che nei Paesi africani il vaiolo delle scimmie fa registrare da decenni casi e anche decessi, quest’anno cinque, contro nessuna morte segnalata finora nella regione europea, in categorie più fragili inclusi bambini, anziani e persone con patologie pregresse. In soggetti sani il Monkeypox è invece un’infezione cosiddetta “autolimitante” e non pericolosa per la vita.

Fonte Adnkronos

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