Non ce l’ha fatta il Carlo Alberto, il baby atleta, appena 12enne, colpito da arresto cardiaco durante una gara lo scorso 23 gennaio, a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso. Il giovanissimo atleta delle “Fiamme oro” di Padova è morto ieri presso l’ospedale Ca’ Foncello dove era ricoverato da domenica, giorno del malore, che lo ha colto mentre partecipava a una corsa campestre.

Inizialmente i soccorritori erano riusciti a rianimarlo e a trasportarlo ancora in vita presso il nosocomio della città di Treviso dove è stato ricoverato per due giorni nella terapia intensiva del reparto di cardio-chirurgia, fino al decesso.  La conferma della notizia è giunta ieri sera dalla Fidal, la Federazione italiana di atletica leggera che in una nota ha scritto: “Carlo Alberto non ce l’ha fatta. Il giovane atleta padovano, colpito da un malore domenica a Vittorio Veneto (Treviso), durante una gara del 37° Cross Città della Vittoria, è stato dichiarato morto in serata”. “La notizia del decesso lascia sgomenti e attoniti. Ai famigliari di Carlo Alberto vanno le più sentite condoglianze da parte del presidente del Comitato regionale della Fidal, Francesco Uguagliati, e dell’atletica veneta tutta. Il presidente Uguagliati, a nome dell’intero movimento regionale, esprime anche un sentimento di particolare vicinanza al Gs Fiamme Oro Padova, società che da qualche mese aveva accolto Carlo Alberto tra i propri tesserati”.

Anche il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso le proprie condoglianze alla famiglia del giovane atleta in un post condiviso sul proprio profilo Fb: “Un dolore straziante, che provo assieme a tutta la comunità veneta, al mondo dello sport.Mi unisco in un forte e solidale abbraccio alla mamma e al papà, a tutta la famiglia, ai suoi tanti amici, a tutti coloro che in soli 12 anni di vita lo hanno amato e apprezzato – le parole del governatore – il dolore è ancora più grande, perché in queste ore abbiamo sperato che i soccorsi efficienti e immediati e l’impegno dei bravi medici dell’Ospedale Ca’ Foncello potessero ridare la vita a Carlo Alberto. Così non è stato, perché a volte la vita ci propone prove inspiegabili, dolori insopportabili, incredulità di fronte a una situazione tragica e inintelligibile.