La titolare del ministero del Turismo è finita al centro delle polemiche dopo una proposta sui lidi italiani che lei stessa ha definito una provocazione. All’origine di tanto furore, anche il fatto che l’esponente di Fdi sia stata co-proprietaria di un esclusivo stabilimento balneare a Forte dei Marmi.
Dopo l’aeroporto a Cortina, la ministra del Turismo Daniela Santanchè torna a far parlare di sé per una proposta che riguarda le spiagge libere. “Lancio forse una provocazione. Sarebbe bene prima assegnare le spiagge che non sono oggi assolutamente servite e che diventano, come dire…”, ha affermato durante un intervento all’assemblea annuale di Confesercenti. “Se uno va a vedere le spiagge in posti meravigliosi, le cosiddette spiagge libere, ci sono tossicodipendenti, rifiuti, nessuno pensa a tenerle in ordine”.
Quello della gestione delle spiagge è un tema molto attuale in Italia per via delle nuove regole sulle concessioni balneari. Per Santanchè si tratta inoltre di un argomento spinoso: la ministra è stata a lungo accusata di avere un importante conflitto di interessi, essendo stata co-proprietaria del Twiga, esclusivo stabilimento balneare a Forte dei Marmi. In un’intervista a La Stampa lo scorso novembre, la ministra ha fatto sapere di aver venduto le sue quote. Dopo la sua ultima uscita, alcuni l’hanno però accusata di nutrire ancora interessi specifici.
Le accuse dall’opposizione
Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e tra i potenziali candidati alla segreteria del Pd, si è chiesto su Twitter se la ministra faccia gli interessi del Twiga o dei cittadini. “Non sa che le spiagge libere garantiscono il diritto per tutti ad andare al mare, turisti compresi. Una frase gravissima per una Ministra del Turismo. Venga a Pesaro, le faccio vedere la nostra bella spiaggia libera”, ha commentato.
Riccardo Magi di +Europa ha scritto che “di tossico ci sono solo i rinnovi ultradecennali”, mentre Maurizio Acerbo, segretario del partito della Rifondazione comunista, ha risposto alla ministra sottolineando che nel nostro paese ci sono 12.166 concessioni private che occupano gran parte della costa balneabile e in alcune regioni superano il 70%. “Compito di tenere pulite e sorvegliate le spiagge libere è dei comuni. Se non bastano le risorse si facciano pagare di più le concessioni a chi ne trae profitto”.
Messina: settore dei balneari trainante
In difesa di Santanchè è intervenuto Manlio Messina, vicecapogruppo vicario alla Camera di Fratelli d’Italia. “Le parole del Ministro Santanchè sono state strumentalizzate, ma è chiaro che quello dei balneari è un settore determinante e trainante per l’economia del nostro Paese”, ha detto. “Il Governo ha avviato un’interlocuzione con l’Unione europea sulla riforma delle concessioni balneari e sulla direttiva Bolkestein e ci batteremo per evitare l’abbandono, degrado e vendita sottocosto delle nostre spiagge. L’offerta turistica italiana è di altissima qualità e questo grazie anche alla capacità di uomini e donne che si sono spesi e hanno investito per trasformare le spiagge in luoghi affascinanti e accoglienti”.
Fonte Agi