La Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) ha calcolato quanto sono aumentati i tassi di interesse per comprare a rate alcuni prodotti. I rincari sono dovuti alle mosse della Banca centrale europea per combattere l’inflazione alle stelle.
I rincari che hanno coinvolto i mutui immobiliari riguardano anche i prestiti per altri beni di consumo. Secondo i calcoli della Fabi, alla fine del 2021 il tasso di interesse medio era dell’8,1%. Dopo l’ultimo ritocco al rialzo dei tassi da 25 punti base della Bce “potrebbe arrivare al 12,8%”. Questo perché per le banche è più costoso prendere in prestito il denaro e quindi scaricano questi aumenti sui consumatori.
Dalle automobili alle lavatrici: i principali rincari
Per chi vuole comprare un’automobile da 25mila euro e non ha la disponibilità economica per dare un acconto, pagandola solo a rate, con un prestito da 10 anni, il costo totale è passato dai 37.426 euro di fine 2021 ai 45.704 euro odierni. Un aumento del 22,1%. Rincari anche per le lavatrici. Prendiamo un esempio: un modello da 750 euro comprato tutto a rate con una durata di cinque anni. Il costo totale è salito dai 942 euro della fine del 2021 ai 1.061 euro odierni. Il rincaro è del 25,3%: più 119 euro.
Aumentano anche mutui a tasso fisso
I rincari coinvolgono anche i mutui a tasso fisso. Questi sono tendenzialmente (non sempre) più onerosi per il fatto che, una volta stabilito, l’interesse non verrà più cambiato. Quello che è invece successo alle rate a tasso variabile, salite in media del 65%. Le rate a tasso fisso sono invece cresciute più del 64%, passando da un interesse medio dell’1,8% a oltre il 5%.
Quante sono le famiglie indebitate
Su 100 famiglie italiane, 14 sono indebitate. Ossia 3,5 milioni su 25,7. L’erogazione dei prestiti ai cittadini è in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla
tendenza degli ultimi mesi. È un segnale “dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse“, spiega la Federazione autonoma bancari italiani. Aumenti dei tassi che sono necessari per combattere l’inflazione, che ad aprile è tornata a salire sia in Italia che nell’Eurozona.