Il governo ha deciso di aumentare gli stipendi dei dipendenti tagliando le tasse. La misura costa quattro miliardi di euro, presi a prestito sui mercati. Ecco quanti soldi in più ci saranno in busta paga a partire da luglio, fascia di reddito per fascia di reddito.
Un taglio delle tasse e dei contributi che si pagano in busta paga. Aumentando così lo stipendio netto. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Il decreto legge andrà convertito dal parlamento entro 60 giorni: questo spiega perché partirà da luglio. Si tratta del quarto taglio in pochi mesi finanziato a debito.
I precedenti tagli al cuneo fiscale: da Draghi a Meloni
Tutti i tagli sono stati rivolti a chi guadagna meno di 35mila euro lordi l’anno. Il primo fu introdotto dal governo Draghi e valeva 0,8 punti percentuali. Costò 1,5 miliardi di euro. Il secondo sempre da Draghi con un impatto dell’1,2% con un costo 1,7 miliardi. Il terzo dall’esecutivo Meloni in Manovra: valeva l’1% ed era rivolto solo a chi guadagnava fino a 25mila euro lordi. Per un costo di 4,6 miliardi. Totale fin qui: riduzione delle tasse del 3% per chi è sotto i 25mila euro lordi di stipendio, 2% sopra i 25mila e fino a 35mila.
Quanto vengono ridotte le tasse
Il quarto taglio al cuneo fiscale appena introdotto dal governo costa ai contribuenti 4 miliardi di euro. Vale da luglio a dicembre ed è senza effetti sulla tredicesima. Lo sconto sulle tasse per chi guadagna meno di 25mila euro lordi passa dal 3 al 7%. Per i redditi sopra i 25mila euro lordi e sotto i 35mila si va dal 2% al 6%.
Quanto aumenterà lo stipendio
Prima di vedere gli incrementi dettagliati in busta paga, una precisazione: è fisiologico che chi guadagna di più abbia uno sconto più alto in busta paga rispetto a chi guadagna meno e beneficia dello stesso bonus. Con questo intervento, lo Stato si fa carico di una percentuale delle contribuzioni (anche pensionistiche) che dovrebbero di norma essere versate dai lavoratori. Semplificando molto, ipotizziamo uno stipendio di 2.000 euro lordi con un cuneo fiscale del 40,1% (quello medio italiano): il lavoratore pagherebbe 802 euro di contributi. Un taglio del cuneo contributivo di un punto porterebbe un beneficio di 8 euro al lavoratore in un mese. Per chi guadagna 3.000 euro lordi ed è soggetto alla stessa misura, il beneficio sarebbe invece di 16 euro.
Qui sotto una simulazione fatta su dati De Fusco Labour&Legal rielaborati da upday. La parte verde è l’aumento finanziato con il decreto Lavoro: come si vede dal grafico, è il bonus più consistente tra quelli introdotti. Gli incrementi saranno mensili. Per chi guadagna 25mila euro lordi, lo stipendio aumenta di 54,87 euro netti. Per chi invece ne incassa 35.000 lordi, di 65,70 netti.
Perché il taglio del cuneo fiscale e perché fino a dicembre
Il taglio al cuneo fiscale è finalizzato a combattere l’inflazione che erode lo stipendio dei dipendenti. Ai pensionati infatti l’assegno viene indicizzato ogni anno al caro vita. Per i lavoratori salariati lo stipendio varia invece in base al contratto collettivo nazionale che, in alcuni casi, non viene rinnovato da diversi anni. L’aumento degli stipendi è stato finanziato fino a dicembre perché molto costoso per le casse dello Stato. E, con i tassi di interesse in salita, il nostro Paese non ha molti margini di bilancio.
Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa