La Russia aveva motivato la scelta di invadere l’Ucraina parlando di preoccupazioni per la sua sicurezza, derivanti anche dalla possibilità che Kiev aderisse alla Nato. L’offensiva sembra però aver sortito l’effetto contrario, spianando la strada all’ingresso di altri Paesi – come Svezia e Finlandia – nell’Alleanza atlantica. Ma quali saranno le tempistiche per queste nuove adesioni, e come cambieranno i rapporti già molto tesi fra Russia e Occidente?

Dopo settimane di indiscrezioni a mezzo stampa, i governi di Svezia e Finlandia hanno fatto sapere ufficialmente che la richiesta di adesione alla Nato è effettivamente un’opzione sul tavolo. La premier finlandese, Sanna Marin, e quella svedese, Magdalena Andersson, hanno chiarito durante una conferenza stampa congiunta che il deterioramento della sicurezza in Europa orientale non può lasciare indifferenti le autorità di Helsinki e Stoccolma. La posizione della Finlandia, Paese storicamente neutrale, è sicuramente più decisa in questo senso. A tal proposito vanno considerati i video pubblicati da Sky News in cui si vede il dispiegamento da parte dei russi di attrezzature militari al confine (lungo ben 1.340 chilometri) con il vicino Paese scandinavo. Più sfumata la posizione della Svezia, che non ha confini condivisi con la Russia. La stessa Andersson ha sottolineato che “per la Svezia sarà importante la scelta della Finlandia in questa materia”. 

La reazione di Mosca: pronti a rafforzare i confini orientali

La reazione russa, come facilmente prevedibile, non si è fatta attendere. Mosca ha fatto sapere che se Svezia e Finlandia aderiranno alla Nato, la Russia dovrà rafforzare i suoi mezzi terrestri, navali e aerei nel Mar Baltico, ventilando l’ipotesi di un innalzamento della tensione anche sul fronte nucleare. La Russia vede come fumo negli occhi la presenza di nuovi Paesi legati alla Nato nel quadrante baltico, dove Lituania, Lettonia ed Estonia fanno già parte dell’Alleanza atlantica. La posta in gioco, per i russi, è il collegamento marittimo tra la zona costiera di San Pietroburgo e l’enclave russa di Kaliningrad, incastonata fra i territori di Polonia e Lituania.

Svezia e Finlandia nella Nato: l’articolo 10 del trattato

Al netto delle reazioni russe, però, vale la pena chiedersi quali saranno effettivamente le tempistiche e le modalità di adesione per Svezia e Finlandia. La Nato è un’organizzazione multilaterale a cui singoli Stati possono aderire liberamente se soddisfano i requisiti necessari. Questi parametri sono indicati dal Trattato firmato a Washington il 4 aprile 1949, con il quale è stata istituita l’organizzazione del Patto del Nord Atlantico. L’accordo rappresenta quindi la base giuridica e negoziale dell’Alleanza, il cui punto essenziale è contenuto nel famoso articolo 5, che impegna i membri alla difesa reciproca in caso di attacco da parte di forze esterne. Quanto all’adesione, valgono i principi contenuti nell’articolo 10: “I membri possono invitare previo consenso unanime qualsiasi altro Stato europeo in condizione di soddisfare i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza dell’area nord-atlantica ad aderire a questo trattato”. Si tratta di una formulazione alquanto generica, che nel corso del tempo è stata declinata in modalità più specifiche.

Alcaro: “Ogni Stato membro può opporsi all’ingresso di Helsinki e Stoccolma”

“Tecnicamente l’allargamento della Nato segue determinati passaggi”, spiega ad upday Riccardo Alcaro, responsabile di ricerca nel Programma Transatlantico dell’Istituto Affari Internazionali (IAI). “Un Paese esplicita la sua volontà di aderire, successivamente i membri della Nato discutono la proposta e decidono per consenso, cioè quando nessuno si oppone, di invitare il Paese in questione ad aderire”, spiega lo studioso. “L’invito può essere condizionato a determinate richieste che ogni singolo membro può imporre; per esempio la Grecia si è opposta per anni all’ingresso dell’ex repubblica jugoslava di Macedonia finché non si fosse trovato un accordo sul nome (dal 2019 si chiama “Repubblica della Macedonia del Nord”), quindi tecnicamente ogni Stato può bloccare l’ingresso della Finlandia o della Svezia, ma dovrebbe comunque giustificare la decisione”, prosegue Alcaro. “All’invito si accompagna un Membrship Action Plan (MAP), che stabilisce una serie di criteri affinché lo Stato aderente sia considerato ‘idoneo’ a essere un membro Nato, per esempio che abbia forze armate capaci di contribuire alla difesa comune, ma i criteri sono vari. Sia la Svezia sia la Finlandia già rispettano tutte le condizioni del MAP”, aggiunge l’esperto, ricordando che nel 2008 il piano di membership non fu offerto a Ucraina e Georgia, rimandandone di fatto sine die la loro adesione alla Nato.

Se i tempi sono veloci adesione entro il 2022

“A quel punto i membri Nato valutano se il MAP è stato rispettato e, in caso di esito positivo, devono ratificare un Protocollo d’adesione, ognuno in base alle proprie procedure nazionali. Infine la palla passa al Paese aderente, che deve ratificare l’ingresso nella Nato in base alle sue procedure costituzionali”, spiega ancora Alcaro. La ratifica di trattati internazionali è di stretta competenza parlamentare, per quanto riguarda sia Helsinki che Stoccolma. “Visto che la Finlandia ed eventualmente la Svezia sono Paesi che già soddisfano i requisiti politici e militari di adesione, i tempi per un loro ingresso sarebbero veloci. Ci sono però i tempi tecnici: i rappresentanti di Svezia e Finlandia e Nato devono riunirsi in ‘Accession Talks’ a Bruxelles, dove vengono definiti i requisiti di adesione e fissato un calendario; in questo caso sarà dettato dai tempi necessari perché ogni paese Nato ratifichi il Protocollo d’Adesione, gli Stati Uniti lo depositino (i depositari del Trattato) e che Finlandia e Svezia facciano altrettanto. Se si procede velocemente, forse entro l’anno la Nato potrebbe crescere fino a 32 membri, rispetto agli attuali 30”, conclude lo studioso.

Source link