L’ex esponente di Avanguardia nazionale è considerato il quinto mandante della strage insieme a Fioravanti, Mambro, Ciavardini e Cavallini. Condannato per false informazioni l’ex amministratore dei condomini di via Gradoli Catracchia e l’ex capitano dei carabinieri Segatel per depistaggio.
Un’aula affollata eppure in un silenzio surreale ha accolto a Bologna la sentenza della Corte di Assise che ha condannato all’ergastolo l’ex esponente di Avanguardia nazionale Paolo Bellini per la strage alla stazione del 2 agosto 1980 che fece 85 morti e 200 feriti. Bellini è stato condannato come quinto presunto esecutore della strage e per lui è stato disposto un anno di isolamento. Condannati anche l’ex amministratore dei condomini di via Gradoli Domenico Catracchia (4 anni) e l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusati rispettivamente di false informazioni al pm e depistaggio.
Bellini avrebbe agito insieme agli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva (i primi due all’ergastolo, il terzo a 30 anni), e dopo la condanna all’ergastolo in primo grado per il ‘quarto Nar’, Gilberto Cavallini. Tutti e cinque – Bellini compreso – si sono sempre dichiarati innocenti. Bellini, 69 anni, era stato già indagato per la strage all’inizio degli anni ’80 e prosciolto nel 1992, ma nel marzo del 2019 la procura generale di Bologna (che aveva avocato l’inchiesta sui presunti mandanti, organizzatori e finanziatori della strage, vale a dire Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti) ha chiesto la revoca del proscioglimento iscrivendolo nel registro degli indagati.
I parenti delle vittime e i superstiti della strage hanno accolto la sentenza in silenzio, con gli occhi carichi di lacrime. Unica concessione all’emozione un abbraccio e poche parole: “Giustizia è fatta – il commento all’Adnkronos- dobbiamo dire grazie alla Procura generale e ai nostri avvocati”.
Fonte Adnkronos
Articolo in aggiornamento