Primato negativo per l’Italia in merito all’esborso sanitario. Come calcolato dalla Fondazione Gimbe, il nostro Paese è sedicesimo in Europa rispetto alla spesa sanitaria pubblica pro-capite. Il gap con la spesa media dei Paesi europei dell’area Ocse ammonta a 47,6 miliardi di euro.
L’Italia registra un record negativo nella spesa sanitaria. In Europa sono ben 15 paesi, dalla Germania alla Repubblica Ceca, a investire più di noi in sanità e il nostro Paese è soltanto sedicesimo tra i Paesi europei dell’Ocse per la spesa pro-capite e fanalino di coda nel G7. Lo rivela un’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe, che mette insieme i numeri in vista della discussione della Legge di Bilancio 2024. Rispetto alla media, l’Italia registra un baratro di 47,6 miliardi di euro. La fonte dell’analisi, pubblicata il 5 settembre, è il database OECD Stat, aggiornato al 3 luglio 2023 con dati 2022.
Spesa sanitaria pubblica in percentuale del Pil
La spesa sanitaria pubblica del nostro Paese nel 2022 si attesta al 6,8% del Pil, sotto di 0,3 punti percentuali sia rispetto alla media Ocse del 7,1% che alla media europea del 7,1%. Sono 13 i Paesi dell’Europa che in percentuale del Pil che investono più dell’Italia, con un gap che va dai +4,1 punti percentuali della Germania (10,9% del pil) ai +0,3 dell’Islanda (7,1% del pil).
Spesa sanitaria pubblica pro-capite
In Italia, anche la spesa sanitaria pubblica pro-capite nel 2022, pari a 3.255 dollari, rimane al di sotto sia della media Ocse (3.899 dollari) con una differenza di 644 dollari, sia della media dei paesi europei (4.128 dollari) con una differenza di $ 873. E in Europa sono ben 15 Paesi a investire più di noi in sanità, con un gap che va dai 583 dollari della Repubblica Ceca ($ 3.838) ai +3.675 dollari della Germania (6.930).
Il gap con gli Stati europei si è ampliato progressivamente dal 2010, a seguito di tagli e definanziamento pubblico, sino a raggiungere 590 dollari nel 2019. Poi si è ulteriormente esteso negli anni della pandemia quando, a fronte di un netto incremento della spesa sanitaria in Italia, gli altri Paesi europei hanno comunque investito più del nostro. “Al cambio corrente dollaro/euro – precisa Cartabellotta – il gap con la media dei paesi europei dell’area Ocse oggi ammonta ad oltre 808 euro pro-capite che, tenendo conto di una popolazione residente Istat al primo gennaio 2023 di oltre 58,8 milioni di abitanti, si traduce nella cifra monstre di oltre 47,6 miliardi di euro”.
Il commento di Cartabellotta
“I principi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – universalità, uguaglianza, equità, sono stati traditi e oggi sono ben altre le parole chiave del nostro SSN: infinite liste di attesa, affollamento dei pronto soccorsi, aumento della spesa privata, diseguaglianze di accesso alle prestazioni, inaccessibilità alle innovazioni, migrazione sanitaria, rinuncia alle cure”.
“In questo contesto, il tema del finanziamento pubblico per la sanità infiamma da mesi il dibattito politico, vista l’enorme difficoltà delle Regioni a garantire un’adeguata qualità dei servizi, la mancata erogazione da parte del governo dei “ristori Covid” e, più in generale l’assenza del tema “sanità” dall’agenda dell’esecutivo. “Per tale ragione – spiega Cartabellotta – con l’imminente Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NaDEF) e, soprattutto, in vista della discussione sulla Legge di Bilancio 2024, la Fondazione Gimbe ha analizzato la spesa sanitaria pubblica nei paesi dell’Ocse al fine di fornire dati oggettivi utili al confronto politico e al dibattito pubblico ed evitare ogni forma di strumentalizzazione”.