Corsa contro il tempo per ritrovare il sommergibile Titan. Le ricerche si stanno concentrando nella zona dove sono stati avvertiti i rumori captati dai sonar. Le riserve di ossigeno basteranno per meno di 24 ore.

Si fanno sempre più frenetiche le ricerche per ritrovare il sommergibile Titan, scomparso lunedì con cinque persone a bordo mentre scendeva negli abissi per raggiungere il relitto del Titanic a 3.800 metri di profondità al largo delle coste canadesi. È una corsa contro il tempo: le riserve contengono ossigeno per 70-90 ore, dando ai soccorritori una finestra limite entro domani a mezzogiorno per rintracciarli.

A bordo del sommergibile lungo sei metri e mezzo ci sono il miliardario britannico Hamish Harding, il magnate pakistano Shahzada Dawood e il figlio di Dawood, Suleman, insieme all’ad della compagnia, Stockton Rush, e l’operatore sottomarino francese Paul-Henri Nargeolet, soprannominato “Mr Titanic” per le sue frequenti immersioni nel sito.

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Rilevati rumori dai sonar

Ad alimentare le speranze delle famiglie è stata la notizia di suoni captati dai sonar, un rumore ritmico di colpi che poteva indicare una presenza umana. Ma a gettare acqua sull’entusiasmo è stato il comandante della Guardia Costiera Usa, l’ammiraglio John Mauger. “Non conosciamo la fonte di questo rumore, ma abbiamo condiviso questa informazione con gli esperti”, ha affermato, ricordando che “c’è molto metallo e diversi oggetti nell’acqua intorno al sito”. “I due mezzi telecomandati che effettuano ricerche in acqua e l’imbarcazione attiva in superficie sono stati spostati nella zona per cercare di identificare la provenienza del rumore”, ha aggiunto Mauger. 

Le difficoltà delle operazioni di ricerca

La missione è quasi impossibile: l’area di ricerca da coprire è di oltre 20mila chilometri quadrati nell’Atlantico settentrionale, con una profondità che sfiora i 4mila metri, il che vuol dire una pressione di molto maggiore rispetto alla superficie. “È buio pesto laggiù, fa un freddo gelido, il fondale marino è fatto di fango ed è ondulato. Non puoi vedere la tua mano davanti al viso”, ha sottolineato l’esperto di Titanic, Tim Maltin, sostenendo che è “un un po’ come un astronauta che va nello spazio”.

Secondo il capitano Jamie Frederik, i ricercatori stanno lavorando su diverse ipotesi. Se il piccolo sommergibile si fosse arenato sul fondo del mare, sarebbe l’opzione peggiore perché a quelle profondità praticamente non esistono mezzi di soccorso che possono operare. Non era la prima volta che il Titan scendeva negli abissi fino a raggiungere il Titanic: era già successo sette volte nel 2020 e altre sei nel 2021. Intanto, è stato rivelato che David Lochridge, ex direttore delle operazioni marittime della OceanGate, la società che gestisce il Titan, fu licenziato nel gennaio 2018 per aver sollevato dubbi sulla sicurezza delle operazioni. La questione venne poi risolta con l’azienda in via extragiudiziale.

Fonte Agi

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