Il presidente della Fifa è stato criticato per le foto scattate vicino al feretro della leggenda del calcio Pelé durante la veglia funebre. Un atteggiamento definito irrispettoso, così come irriguardose erano state considerate le frasi pronunciate in Qatar in risposta alle polemiche sollevate sui diritti umani nel Paese. Lui si difende dicendo che le foto gli erano state chieste dai familiari e dai compagni di squadra del campione.
Solo poche ore fa il presidente della Fifa Gianni Infantino diceva che avrebbe chiesto ad ogni Paese di intitolare almeno uno dei loro stadi a Pelé per rendere onore al campione, deceduto lo scorso 29 dicembre all’età di 92 anni. Oggi, però, molti lo accusano di avergli mancato di rispetto. Il motivo sono le foto e i selfie ai quali Infantino si è prestato a pochi passi dalla bara durante la veglia funebre. Scatti in cui accenna anche un sorriso.
La difesa di Infantino
Dopo le critiche che gli sono state rivolte, Infantino ha pubblicato due foto scattate durante la veglia funebre sul proprio profilo Instagram accompagnate da una didascalia in cui si dice “sgomento” per la bufera social che lo ha travolto. “Vorrei precisare che sono stato onorato dal fatto che i compagni di squadra e i familiari del grande Pelé mi abbiano chiesto di poter scattare qualche foto con loro. E ovviamente ho subito accettato”, si è difeso. “Nel caso del selfie, i compagni di squadra di Pelé volevano fare un selfie di tutti noi insieme, ma non sapevano come farlo. Così, per essere utile, ho preso il telefono di uno di loro e ho scattato la foto di tutti noi per lui. Se essere d’aiuto a un compagno di squadra di Pelé crea critiche, sono felice di accettarle e continuerò a essere d’aiuto”, ha proseguito. “Ho così tanto rispetto e ammirazione per Pelé e per la cerimonia di ieri che non farei mai nulla che possa essere irrispettoso in alcun modo“.
Le critiche per i Mondiali in Qatar
Non è la prima volta che Infantino finisce nel mirino dei social. Di recente è stato travolto dalle critiche per aver definito quelli in Qatar “i migliori Mondiali di sempre” e affermato che i tifosi alla stadio e quelli che guardavano le partite in tv volevano “solo passare 90 minuti, o 120 minuti, o 120 minuti con i rigori, senza dover pensare ad altro che godersi un momento di piacere, gioia ed emozione“. In quel momento, Infantino stava rispondendo alle polemiche sollevate sul mancato rispetto dei diritti umani nel Paese e finì nella bufera anche per aver detto che “le cifre sugli operai morti nella costruzione degli stadi non sono reali“. Contestazione alla quale il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, rispose: “Continueremo a incalzarlo per chiedere di risarcire i lavoratori che hanno subito danni e le famiglie di quelli morti: sono tanti, tantissimi!”
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Il funerale di Pelé
La veglia funebre per la leggenda del calcio è terminata alle 13 (ora italiana), dopo che per tutta la notte è proseguito il flusso ininterrotto di tifosi desiderosi di salutare per un’ultima volta il loro mito. All’evento ha partecipato anche il presidente del Brasile Lula, insediatosi all’inizio dell’anno per un terzo mandato.
Dopo il ‘velorio’, nel pomeriggio la salma sarà portata in corteo nella città dello Stato di San Paolo, con una sosta a Canal 6, la zona dove vive la madre centenaria di O Rei, Dona Celeste. L’ultima tappa è al cimitero Memorial Necropole Ecumenica, dove la bara di Pelé sarà sarà tumulata durante una cerimonia riservata solo ai parenti più stretti.
Fonte Agi